mercoledì 13 febbraio 2013

TIA ANTIOGA DE ISPASULE'




Nei primi decenni del 1600 gli abitanti di Spasulè (ricca borgata tra Sorgono ed Atzara) presero a disertare il loro paese per stabilirsi a Tonara, dove accrebbero l’incipiente borgata di Arasulè, che risultò composta dai più facoltosi pastori. Vi trasportarono anche i loro vasti diritti terrieri sui salti di Funtana `Ona fino a sud di Curadore; i loro lontani pronipoti inorgogliscono nel mostrare ai propri discendenti il vasto anfiteatro di terreni ereditati da Spasulè. Gli stessi emigrati, specialmente i parenti dei Demurtas e dei Flore, provvidero ad ingrandire la chiesetta di Santa Maria e a lasciare scritta sul legno, in un fregio dell'altare, il cognome Demurtas alla data 1617. E' di un anno prima l'iscrizione, ancora visibile fino a cinquant'anni fa, in una casa di Arasulè costruita da un pastore di Spasulè. " Questa casa, come scrive lo stesso Dr. Bonu, fu abitata per 35 anni, a cioè fino al 1905 dal Rettore Dott. Michele Porru. Successivamente appartenne alla famiglia del Sig. Giuseppe Loche ? Cartzina.

E' noto però che una delle famiglie superstiti di Spasulè, quella dei Cadeddu, si rifugiò invece ad Atzara. Anchenella Chiesa parrocchiale di Tonara si conservano ancora due pianete ed un piviale provenienti dalla Chiesa di San Giacomo di Spasulè.Si racconta anche al proposito che i vecchi di Atzara conobbero intorno al 1870 una vecchia ottantaquatrenne dal costume quasi uguale a quello di Samugheo; ella era nata quando la madre aveva 43 anni: la chiamavano Tia Antioga de Ispasulè, sebbene a Spasulè vi fosse nata solo la madre che mori in Atzara nel 1829, l'anno del passaggio del principe Carlo Alberto, all'età di 86 anni. Quest’ultima vecchia aveva abbandonato Spasulè all'eta di cinque anni (cioè verso il 1748) e diceva che circa sei persone vi si erano fermate ancora per trent'anni dopo l'emigrazione definitiva.

Lo spopolamento di Spasulè continuò progressivamentee fin dal luglio 1699 il Rettore Pietro Francesco Guirisy poteva sottoscrivere i conti della Confraternita di Santa Croce come Rettore "de la parroquial lglesia y mas de Tonara y annexa de Espasuley".

Tonara aveva allora hombres (uomini)737,mujeres (donne) 731, fuegos (focolari o famiglie) 318; Spasulè hombres 16, mujeres 15, fuegos 8. Trent'anni più tardi, nel censimento del 1728, Tonara aveva fuochi 445 e anime 1296; Spasulè risultava invece distrutto, anche se è probabile che per qualche decennio ancora vissero nel villaggio una decina di persone. La vita a Spasulè venne probabilmente resa impossibile a causa dell'isolamento o per qualche epidemia o per limiti nella capacità difensiva. Una costante tradizione dice che le due fonti dell'acqua potabile di Spasulè vennero avvelenate da un certo Murtinu Mannu, presunto ascendente della stirpe degli Urru di Sorgono. Ad ogni modo è certo che gli abitanti di Spasulè riconoscendo quale loro parroco quello di Tonara per la giurisdizione conferitagli canonicamente portarono a questo paese i diritti di proprietà del loro antico villaggio. Ma come scrive il Casalis, quando gli abitanti di Atzara, di Sorgono a di Samugheooccuparono quei territori, i tonaresi sentendosi inferiori contro tre paesi coalizzati si astennero dalla violenza e tentarono le vie legali per rivendicare i loro diritti. La lite andò naturalmente per le lunghe a poi ad un certo punto, quando tutto sembrava evolvere al meglio per i tonaresi, cessò improvvisamente e si sospetta, come documenta lo stesso Casalis, che gli abitanti di Samugheo, di Sorgono ed Atzara avessero corrotto quei tonaresi che nel paese avevano maggiore influenza. Equesto fatto ormai sembra anche storicamente acquisito. La maggior parte dei terreni di Spasulè vennero quindi ceduti in conduzione o locazione agli abitanti dei tre paesi rivali; ma la locazione temporanea degenerò in proprietà abusiva. 

Il nome Spasulè, o meglio Hispasulè, rivela l’origine semitica della parola e quanto al significato potrebbe ricollegarsi con il nome semitico Hispania (terra nascosta o "terra dei tesori nascosti", per evidente allusione alle sue miniere note nell'antichità) e potrebbe significare "terra principe nascosta" o semplicemente "terra fertilissima". Il primo atto ufficiale che ricorda il villaggio di Spasulèè l’atto di pace stipulato tra il Re Don Giovanni d'Aragona e la Giudicessa Eleonora d'Arborea, il 24 gennaio 1388. Del villaggio di Spasulè rimane oggi soltanto qualche brandello di muro diroccato, nascosto tra i rovi. La Chiesa invece è stata ricostruita, tra l'altro in maniera molto accurata, dal Comune di Sorgono.