sabato 23 marzo 2019

SARDA NEL CUORE, MILANESE DI ADOZIONE, EUROPEISTA CONVINTA.

Olga Casula, candidata sarda alle prossime Europee per Volt – il nuovo partito paneuropeo che domani 16 marzo si presenterà agli elettori sardi con due incontri, a Cagliari e a Nuoro –  ci ha inviato questa riflessione che volentieri pubblichiamo. Sarda nel cuore, ormai milanese d’adozione ed europeista convinta. Penso che questo sia il modo più semplice e lineare per descrivere quello che sono e ciò in cui credo. Qualcuno potrebbe trovare singolare l’accostamento di queste tre realtà: sarda, milanese ed europea. Si potrebbe pensare che l’identità sarda sia destinata a dissolversi se mescolata ad altre realtà e se addirittura proiettata nel contesto europeo. Io credo l’esatto contrario. E penso che la mia esperienza lo dimostri. Mi spiego. Ho 31 anni, 7 anni della mia infanzia li ho trascorsi in Argentina. Dopo essere tornata con la mia famiglia a Tonara, dove ho passato tutta la mia adolescenza, ho lasciato nuovamente l’Isola per studiare giurisprudenza a Milano. Oggi sono avvocato di diritto amministrativo e vivo nel capoluogo lombardo da ormai 13 anni. Facendo due conti, risulta che ho speso più della metà dei miei anni fuori dalla terra in cui sono nata, eppure, ancora oggi, quando qualcuno mi chiede: “Olga tu di dove sei?”, io rispondo: sono sarda. La nostra identità, le nostre radici sono troppo forti e profonde per avere paura di perderle dall’unione con altre realtà, siano esse nazionali o europee. Quello di cui dobbiamo avere paura è l’isolamento, quello che dobbiamo evitare è continuare a chiuderci in noi stessi. Finché questa condizione geografica sarà anche sociale ed economica, i giovani continueranno ad andare via dalla nostra Isola, che rischia di diventare solo una bel paesaggio da cartolina. Dobbiamo invece sfruttare ogni occasione che ci consenta di proiettarci nel futuro e di costruire legami duraturi ed equilibrati con le altre realtà, in modo da esaltare al meglio le nostre potenzialità. Io ho trovato questa occasione proprio in Volt: il primo partito paneuropeo della storia, nato solo due anni fa e che oggi è presente come movimento in ogni stato dell’Unione Europea, in una decina di paesi come partito e che parteciperà alle prossime elezioni europee con un programma politico unitario (programma che oggi è racchiuso nella Dichiarazione di Amsterdam, che è stata votata da tutti i paesi europei aderenti a Volt e che detta le linee politiche del movimento). L’idea di Volt è quella di migliorare l’Europa e le sue istituzione attraverso le interconnessioni virtuose che possono crearsi dall’unione programmatica e politica di tutti i paesi europei. Per questo Volt crede in un reale e serio approccio multi livello (locale, nazionale, europeo) per il quale è indispensabile che le diverse realtà non smettano mai di comunicare e che richiede un solido legame tra popolo e istituzioni. Questo è sicuramente uno dei tratti caratterizzanti del movimento che, infatti, tra gli obiettivi principali del suo programma ha quello di migliorare l’UE, dando più potere ai suoi cittadini e aumentando la fiducia degli stessi nelle istituzioni. E di questo può sicuramente beneficiare anche la Sardegna che, grazie a questo collegamento multi livello costante e continuo tra l’ambito locale, nazionale ed europeo, potrebbe avere più spazio e più voce nel contesto sovranazionale. La seconda faccia della medaglia di Volt, a mio avviso la più affascinante, è quella delle sue interconnessioni orizzontali. Le singole realtà locali e nazionali dei diversi stati membri sono in costante contatto e mirano a trovare assieme soluzioni comuni a tematiche che, anche se localizzate in un certo territorio, hanno una dimensione transazionale e possono e devono essere affrontate in modo analogo. A me piace descrivere questo lato di Volt come una rete, una rete che filtra i temi e le problematiche comuni di ogni singolo ambito locale per dare loro una risposta unitaria. Il vantaggio che la Sardegna avrebbe da questo approccio è lampante: non saremmo più costretti a lottare da soli per risolvere i problemi che caratterizzano l’Isola, ma potremmo trovare delle risposte mirate ed efficaci assieme a coloro che condividono con noi i nostri stessi problemi. Volt Sardegna, ad esempio, è già in contatto con i team Volt di altri paesi che, come noi, hanno la necessità di gestire i tanto noti problemi legati all’insularità e al trasporto da e verso l’Isola. Ma questo non è tutto. Volt può essere una vera occasione per avviare una seria e consapevole rinascita economica della Sardegna, proprio attraverso l’unione di tradizione e innovazione. Volt infatti mira a promuovere un’agricoltura sostenibile e a riorientare la Politica Agricola Comune lontano dai grandi produttori e verso produttori più piccoli che ricorrono ad approcci ecologici e che oggi più che mai necessitano di essere supportati ed accompagnati nell’affrontare le sfide che pone un’economia sempre più globalizzata. In Sardegna questo significa tutelare e preservare la tradizione agro-pastorale, che fa parte della nostra cultura e che custodisce i nostri valori più antichi e profondi. Ma la Sardegna può anche essere luogo di innovazione e terreno fertile per lo sviluppo della c.d. green economy. Cogliendo le opportunità “verdi” scolpite nel programma politico di Volt – che vanno dallo sfruttamento delle energie rinnovabili, alla mobilità sostenibile, fino all’economia circolare – la Sardegna può seriamente trasformarsi in un laboratorio privilegiato per la creazione di un’economia eco-compatibile, che oltre a promuovere la nascita di nuove realtà imprenditoriali, sia anche capace di contribuire ad arrestare gli effetti sempre più drammatici del riscaldamento globale. In definitiva, Volt ci dà l’opportunità di valorizzare entrambe le anime della nostra terra, offrendoci la possibilità di smettere di essere la periferia dell’Europa per diventare, semmai, la punta di diamante del continente europeo. Per questo ho deciso di candidarmi con Volt alle prossime elezioni europee nella circoscrizione insulare. Perché ho bisogno di credere che, anche se sono dovuta andare via dalla mia Sardegna (e chi mi conosce sa quanto sia stata una scelta sofferta), avrò anche l’opportunità di tornarci. Voglio sapere che un giorno potrò tornare in quella terra che mi ha dato ciò che più conta: la mia identità. Per tutto questo dico: sì alla Sardegna in Europa con Volt, perché è quello di cui abbiamo bisogno per non perdere ciò che siamo. Olga Casula