mercoledì 2 settembre 2009

Notizie storiche sulla chiesa di Sant'Anastasia di Giovanni Mura.








LA CHIESA DI SANT'ANASTASIA


di Giovanni Mura.



Ubicazione del sitoLe rovine del tempio, ubicate sulla cresta gibbosa di una piccola altura del fondovalle tonarese, occupano un’area molto ridotta, di gran lunga inferiore alle dimensioni di un campo da tennis. Le vie di accesso all’attuale sito archeologico partono a nord dai vicinati di Toneri ed Arasulè, a nord est dal rione di Teliseri, a sud est e sud ovest dalla piccola borgata di Ilalà e dalla vasta campagna. In tutto quattro direzioni per infiniti e tortuosi sentieri e viuzze a serpentina lungo l’abitato di Tonara e verso le zone agresti.


Datazione della chiesa


  • Le testimonianze del Bonu. 

Riferisce il Bonu in Ricerche storiche su due paesi della Sardegna (Gadoni e Tonara), lavoro edito da Cantagalli Siena nel 1936, quanto segue:
Alla fine del 1300 o al principio del 1400 i Tonaresi costruirono la chiesa di S. Anastasia con tre archi gotici e relative arcate a crociera pure gotica, dalla cui intersezione pendevano grossi pomi di pietra, ricordati ancora dal popolo col nome di “is campaneddas”.
La costruzione in parte esiste tuttora, essendo in pietra con malta di calce e sabbia; fu abbandonata per mancanza di dote nel 1823 e crollò nove anni più tardi. Diede molto materiale di pietra scalpellata alle cappelle della parrocchia di S. Gabriele Arcangelo nel 1859, 1900 e 1927, e tutta la pietra di paramento alla facciata della stessa parrocchia nella ricostruzione del 1838. (…)
Per la sua ubicazione centrale e a uguale distanza dalle tre antiche borgate Ilalà, Talaseri e Toneri, la chiesa di S. Anastasia dovette essere la parrocchia più antica e più vasta di Tonara, mentre per la messa più o meno quotidiana Ilalà aveva la modesta chiesetta di S. Sebastiano Martire e Talaseri quella di S. Leonardo, anch’essa abbandonata nel 1823 e crollata nel 1832.
Di S. Leonardo si conserva ancora, nella parrocchia di S. Gabriele, la statuetta di legno. Intorno a ciascuna delle tre chiese si estendeva il piccolo cimitero.Le testimonianze del sacerdote Michele Zucca
Con lettera datata 1 gennaio 1825, il vice rettore della parrocchia tonarese Michele Zucca, in risposta ai quesiti posti dalla circolare del 26 novembre del 1824 sul divieto di seppellimento all’interno delle chiese, puntualizza le seguenti note:
Nell’estremità di soto al Rione di Toneri esiste una vecchia chiesa sotto l’invocazione di s(an)ta Anastasia interdetta per decretto di visita dall’Ill(ustrissi)mo Re(veren)d(issim)o Monsig(no)r Cusani di felice memoria; questa chiesa è distante al Rione dall’estremità di sopra non meno di dieci o dodici minuti; le mura si conservano tuttora nel primitivo loro stato, non ha tetto, ha tre porte, ma aperte, ma fabercandosi due di queste porte, e mettendosi il lagname alla terza sarebbe a proposito per inumare i trapassati di questo Rione, e nel caso abbisognerebbe di essere benedetta, e l’ordine di mettere il lagname alla terza porta.
Sulla datazione della costruzione il Bonu segnala il periodo che va dalla fine del 1300 sino agli inizi del 1400.
Gino Camboni osserva in Tonara, il paese, la storia, la montagna, un lavoro edito da Della Torre nel 1992, che già dal 1341, quasi alla metà del quattordicesimo secolo, secondo quanto riferisce il Sella in Rationes decimarum Sardiniae, il parroco di S’Anastasia contribuiva al pagamento delle decime al suo esattore. Che detta parrocchia delineasse già da allora elementi di stile gotico non sappiamo ma, se lo fosse stato, ciò non sarebbe potuto avvenire che in epoca successiva al tredicesimo secolo, periodo in cui tale influenza architettonica si stava affermando in Italia. 



  • Abbandono del luogo di culto

L’interdizione alle funzioni religiose in Santa Anastasia fu decretata, come riferisce il vice rettore Michele Zucca, sacerdote originario del rione di Toneri, dall’arcivescovo Giuseppe Luigi Cusani, in occasione della sua visita pastorale a Tonara nel 1785.
Per quanto riguarda invece l’abbandono della chiesetta di San Leonardo abbiamo dei riscontri che discordano dalle segnalazioni del Bonu. Dai registri dei decessi relativi ai primi decenni dell’Ottocento le salme dei residenti del rione di Teliseri venivano regolarmente tumulate all’interno del luogo di culto. Gli atti di morte di Francesco Capeddu (27 marzo 1832), del figlio Giuseppe (14 maggio 1832) e di Giovanni Andrea Murgia Tore (2 luglio 1832) testimoniano di seppellimenti avvenuti in periodi successivi alle date indicate dallo storico ortuerese.
Degna sepoltura nella chiesetta di San Leonardo fu riservata ancora al belviese Raffaele Urru Peddis il 12 marzo del 1834. Qui di seguito riportiamo la la bellissima certificazione prodotta dal vice parroco Pietro Maria Zanda 


Anno D(omi)ni millesimo octingentesimo trigesimo quarto die duodecimo mensis Martii.
Raphael Urru Peddis ex limitrofo oppido de Belvj oriundus, Ioannae Cappeddu Cocco hujus loci vir aetatis annorum circiter quinquaginta cunctus refectus Sacramentis in communione S(anctae) M(atris) E(cclesiae) heri animam Deo reddidit, cujus cadaver sepultum est in Ecclesia Sucursali S(anct)i Leonardi.
Fecit testamentum pridie hujus diei per Pub(li)cum Notarium Gabrielem Garau hujus loci in quo Curatores instituit Ioannem Soddu hujus loci, et uxorem suam Ioannam Cappeddu.
Vult ut sui funeris expenses ex bonis suis propriis solventur, et fiant ad arbitrium ejusdem Curatoris.
Item vult, ut post obitum suum ex ipsis bonis fiat Missa Solemnis S(anct)i Danieli Martiri.
Vult, ut duo tritici modia ex suis bonis in panem conficiantur, ac pauperibus distribuantur.
Instituit heredem universalem Agustinum Urru ex oppido de Belvj.
In quorum fidem &

Stile architettonico della copertura

Al momento attuale non disponiamo ancora della pianta della chiesa per cui, fino a quando non verranno effettuati sul posto dei rilievi di carattere tecnico tendenti a dare una giusta delimitazione del luogo di culto, delle sue ridotte pertinenze e dei suoi interni, non sarà possibile avanzare che delle ipotesi. I ruderi della chiesetta evidenziano ancora le tre pareti riservate all’abside ed al presbiterio mentre le fondamenta della restante struttura sono abbondantemente ricoperte da una notevole coltre di detriti e terra di riporto.

Sulla base delle osservazioni del Bonu e dello Zucca si può comunque procedere per tentativi.

Intanto le tesi di entrambi i religiosi, rettore parrocchiale il primo nel periodo che corre dal 1922 al 1932 e vice rettore il secondo dal 1824 sino al 1826, anno della sua morte, concordano sulla presenza di tre aperture di cui una porta principale e due secondarie che presumiamo fossero rivolte rispettivamente a settentrione, ad oriente ed occidente dell’edificio. Questa ipotizzata disposizione geometrica si avvale del fatto che il Bonu indica tre archi gotici con le rispettive arcate. Seguendo la navata centrale i fedeli, ancor prima di raggiungere il transetto, potevano scorgere verso l’alto la prima crociera appena dopo l’ingresso nel tempio e le altre due nella direzione delle porte laterali. Quindi le chiavi di volta delle tre arcate, poste sull’intersezioni delle medesime, si trovavano disposte non in successione, bensì andavano ad occupare i vertici di un triangolo. Is campaneddas, ossia i pomi di pietra ricordati dal Bonu davano il benvenuto ai fedeli quasi dopo l’entrata. Il resto della copertura doveva soggiacere ad altre regole edificatorie.

Vi è comunque chi, superando quello che può essere stato un passaggio descrittivo imperfetto del Bonu, suggerisce una diversa impostazione della copertura della chiesa. L’ingegnere Gavino Deligia, cultore di tecniche della costruzione, mi faceva notare lo scorso anno, a seguito di un breve sopralluogo sulle rovine di Santa Anastasia, che le arcate correvano in successione lungo tutta la navata centrale. Quasi certamente una di queste, a testimonianza del fatto che le pareti perimetrali sembrano invitare nella parte superiore ad una lettura a tutto sesto oppure a sesto acuto, andava a sistemarsi sulla zona dei ruderi.

In ogni modo, per una migliore chiarificazione espositiva, vengono presentati in coda al servizio:

1) i grafici con la disposizione delle arcate secondo le tesi esposte.

2) alcuni modelli riguardanti le volte a crociera ed in particolare

a) una volta a crociera con archi perimetrali e diagonali semicircolari (o a tutto sesto). In questo caso la chiave di volta, data dal punto di intersezione degli archi diagonali, occupa un posto più elevato rispetto ai punti massimo degli archi perimetrali. E’ un esempio voluto dallo stile romanico. Se la chiave di volta, generata da archi diagonali semiellittici, si trovasse sullo stesso livello della sommità degli archi perimetrali circolari avremmo un esempio di architettura romana.

b) una volta a crociera con archi perimetrali a sesto acuto ed archi diagonali a tutto sesto. In questo caso la chiave di volta occupa la stessa altezza dei punti di massimo degli archi perimetrali. Lo stile gotico si evidenzia nella presentazione degli archi ad angolo acuto.

c) una volta a crociera con archi perimetrali e diagonali a sesto acuto. La chiave di volta va ad occupare, rispetto ai vari punti di massimo degli archi perimetrali, un punto più elevato. E’ questo l’esempio di architettura gotica descritto dal Bonu.

3) un plastico in legno riguardante l’intera struttura.


Altre notizie storiche


Dai registri parrocchiali del periodo a cavallo del 1500 e del 1600, ad onor del vero largamente incompleti per la mancanza di numerosi fogli, si possono ricavare notizie molto interessanti.

Vengono chiamati in causa i Quinque libri ossia i registri relativi alla documentazione delle nascite, delle cresime, dei matrimoni e dei decessi dei nostri antenati.

Argomento nascite

Le certificazioni relative ai nuovi battezzati evidenziano oltre al nome del nuovo nato gli estremi dei genitori, quelli dei padrini ed il nome dell’officiante il rito battesimale. Fatta qualche eccezione non si fa mai riferimento al luogo di culto in cui avviene la cerimonia religiosa per il semplice motivo che dette funzioni vengono svolte unicamente nella parrocchia di santa Anastasia. La chiesa di Santa Maria, ancora sprovvista del fonte battesimale, dovrà attendere che Antonio Canopolo, arcivescovo di Oristano, obblighi i tonaresi, con decreto rilasciato in data 26 aprile 1603, a costruire in tempi brevissimi il semplice manufatto in pietra grezza che ancora trovasi in bella vista alla sinistra della navata centrale.

Ed ora andiamo a presentare alcune registrazioni:

Anno 1590

La certificazione numero 39 notifica che

Caderina filla de Juliano Pala e Gasparina Carau esti batizada @ 23 de 9(m)bre anno sobraditu (E’ il 23 novembre del 1590)

Padrinos m(es)tre Batista Manca [e] Fiorentina Asoni

Ministru Lleonart Manca rector dela p(rese)nt villa. (L’officiante è il rettore parrocchiale Leonardo Manca, forse originario di Genoni)

Anno 1599

La certificazione numero 94 attesta che

Juan Esteva fill de m(estr)e Batista Mancha j Fiorentina Asonj es batizat @ 3 de maig ani sus ditt (E’ il 3 maggio del 1599)

Padrins Lleonart Loddo j Monserada Garau

M(ini)stre Julia Toddj Curat & (Il celebrante è il curato Giuliano Todde)

Anno 1605

La certificazione numero 167 segnala che

Ioanes Basilius fill de Petro Paulo Pin[n]a et Monserada Porru conjuges es estat baptizat @ ultim die de desembre j ain 1605 en la parrochial isclesia de S(an)ta Nastasia dela p(rese)nt vila (E’ il 31 dicembre del 1605)

Padrins Petro Paulo Arca j Arbina Guiso.

Ministre Esteva Loddo p(reve)ra j curat dela p(rese)nt Vila &.


Argomento matrimoni

Anno 1582

L’atto matrimoniale numero 12 registra che

Antonio Serrau et Beneita Murja (leggi Murgia) son estadas esposadas per mi (da me) Ant(oni)o Pisano prevera j curat dela vila de Tonara @ 14 del mes de gener en la iglesia parrochial de S(an)ta Nastasia fetas las solitas aminisions aiuntada la major part del poble (alla presenza di buona parte della cittadinanza)

Foren testimonis m(astr)o Fran(cis)co Todde donu Ant(oni)o Virdes j lo major de dita vila (la massima autorità del paese) &


Anno 1595

In tale anno viene celebrato in Santa Maria, nel rione di Arasulè, il matrimonio del meanese Antonio Marras con la tonarese Giovanna Dearca. L’officiante è il sacerdote locale Pietro Dearca. Questo evento giustifica dell’esistenza della chiesetta di Santa Croce (alias Santa Maria) già nel sedicesimo secolo.

Anno 1600

In detto anno, nei giorni 8 agosto, 18 agosto e 26 novembre vengono officiati dei matrimoni religiosi nella chiesa di Santa Maria. E’ del sei novembre la certificazione di uno sposalizio celebrato nel rione di Teliseri nella chiesetta di San Leonardo.

Anno 1616

L’atto di matrimonio numero 121 ci presenta la chiesa di San Gabriele, edificata nel 1607, con il titolo di parrocchia. E’ il 15 settembre del 1616.

La registrazione, redatta in catalano, precisa che

Antiogu Garau j Maria Devias tots dos fadrins (celibe il primo e nubile la seconda) dela predita V(il)a an pres benedissio en la parochial jglesia de Sant Gabriel j avent fet primarement las solitas munissions conforme la orde dela santa mare iglesia (in maniera conforme agli ordini di Santa Madre Chiesa) essent testes Llorens Pisti major de v(il)a Quitanu Garau Juanoto Virdis. Julia Toddj m(ini)stre &.

Non conosciamo la data precisa in cui venne rilasciato il decreto vescovile attestante il passaggio del testimone dalla parrocchia di Santa Anastasia alla nuova parrocchia ma nel registro dei decessi si può leggere qualcosa di molto interessante. E’ quanto preciseremo più avanti.
Argomento decessi

I seppellimenti, tenendo conto delle certificazioni di quel periodo, venivano curati tanto all’interno della chiesa di santa Anastasia quanto nell’attiguo cimitero.

Dei 73 deceduti nell’arco di tempo che corre dal 1584 alla fine del secolo, 15 trovano accoglienza all’interno della parrocchia e 42 nel piccolo camposanto. Per i restanti non si registra alcuna segnalazione del luogo della sepoltura.

Dei 148 trapassati degli inizi del Seicento sino al 1617, 15 vengono tumulati in chiesa di santa Anastasia e 85 nel suo camposanto. I cimiteri di San Leonardo, San Sebastiano e Santa Maria sono citati rispettivamente per la prima volta negli anni 1603, 1605 e 1610. In particolare, a partire dal 1603 sino al 1617, 5 sono tumulati in San Leonardo, 5 in San Sebastiano e 3 in Santa Maria. Gli inumati all’interno delle chiese, a partire dal 1610 al 1616, sono in numero di 9 di cui 7 nella chiesetta di Nostra Signora in Arasulè e 2 in quella di San Sebastiano in Ilalà. Non viene fatto riferimento alcuno, per quanto riguarda i decessi, alla chiesa di San Gabriele ed al suo cimitero.

Per il periodo che chiude il Cinquecento presentiamo le seguenti trascrizioni:

Anno 1586

La certificazione numero 21 riferisce che

Dorotej Zaquedu estj morta [e] sutterrada in su zimiteriu desa parroquiali Eclesia de S(an)ta Apostasia

Anno 1589

Dominigu Pala est mortu a 20 de frearju anno ut supra est interradu in sa eclesia poroquiale de dita villa et ada residu sos sacramentos de sa S(an)ta mater eclesia

E’ la certificazione numero 31.




Anno 1599

Nell’atto di morte del 27 dicembre del 1599 è certificato che

Dominiga Sulis es morta @ 27 de de(se)mbre ani sus dit ha fet testament j pres los sacraments dela S(an)ta mare jglesia j es interrada en lo cimiterj dela iglesia de sancta Anastasia eglesia parroquial dela p(rese)nt v(il)a de Tonara. Curats Julia (Giuliano) Todde j P(er)e Archa &.

Per i primi decenni del Seicento riportiamo quanto segue:

Anno 1616

Il giorno 31 marzo del 1616 la chiesa di Santa Anastasia, accreditata ancora del titolo di parrocchiale, accoglie le spoglie mortali di Basilio Serra. La citazione in lingua catalana è riportata nell’atto di morte numero 144.

Vui (oggi) @ als ultim de mars ayn 1616 Basile de Serra es passat desta p(rese)nt ala millor avent pres tots los Sacraments y fet son ultim testament

Enterrat dins (dentro) la porrochial iglesia de S(an)ta Anostasia. Ministre Salvador Dejana curat &

Nella certificazione numero 146, che è del 21 ottobre del 1616, la chiesa di santa Anastasia non è più menzionata come sede parrocchiale. Per il decesso di Ombrosa Garau risulta documentato infatti che

Vui @ 21 de 8b(r)a 1616 es morta Ombrosa Garau a fet son ultim t(es)t(ame)nt a pres los sacraments de la S(an)ta mare iglesia es estada enterrada dins la iglesia de Santa Anastasia. Ministre Julia Toddj.

E’ quindi nel lasso di tempo intercorrente tra il 31 marzo del 1616, data del decesso di Basilio Serra in Santa Anastasia, e il 15 settembre dello stesso anno, giorno della celebrazione in San Gabriele del matrimonio di Antioco Garau con Maria Deias, che venne rilasciato a Tonara il decreto ratificante la nuova sede parrocchiale.

Per quanto attiene alla funzionalità del cimitero di Santa Anastasia agli inizi del Seicento dobbiamo purtroppo segnalare uno stato di desolante precarietà. Nel secondo decreto rilasciato a Tonara il 26 aprile del 1603 il presule Antonio Canopolo, avendo constatato che il camposanto è privo di accurata recinzione e che qualsiasi genere di animali può entrarvi con facilità, specie i porci che dissotterrando le ossa dei defunti attentano al decoro e al rispetto del luogo di culto, ordina che a partire dal giorno 26 aprile al prossimo 15 maggio i vassalli tonaresi provvedano a recintare il luogo sacro con un muro in pietra e fango dell’altezza di otto palmi. L’ingresso sarà regolato da una porta munita di efficiente serratura.

Riferiamo ora di una inumazione, forse l’ultima, effettuata nel cimitero sconsacrato di Santa Anastasia. E’ il 10 settembre 1832.

Addi dieci Settembre 18 trentadue Tonara (certifica il rettore parrocchiale Antonio Medda) si è trovato jeri mattina morto di maleficio, colla testa fracassata, lacerata la gola, e con due pugnalate al petto [XY] marito di Maria [Z]; ed il di lui cadavere sì per la insoffribile puzza, che tramandava, sì anche perché da due anni non aveva soddisfatto al precetto Pasquale si è seppellito fuori di Madre Chiesa, e dentro il recinto d’una Chiesa diroccata e profanata, detta di Sant’Anastasia, esistente fuori del popolato.

  

Brevi note di vita parrocchiana

Nozze Soddu Fais (27 settembre 1595)
Antonio Soddu e Domenica Fais sono uniti in matrimonio dal rettore Leonardo Manca. Fungono da testimoni il sacrista (jaganu) Giuliano Todde e don (donnu) Antonio Virdis. Ricordo che a partire dal 1599 il Todde verrà presentato nelle vesti di sacerdote (prevera j curat).

Battesimo di Potenziana Mameli (14 novembre 1598)
Potenziana, figlia del gadonese Baldassarre Mameli e della tonarese Isabella Virdis, riceve il sacramento del battesimo dal sacerdote Domenico Mereu. I padrini sono Antioco Desotgiu e Caterina Carta.
Nell’ ordine cronologico delle nascite, Potenziana occupa il settantasettesimo posto. I battezzati segnalati per il periodo che va dal 21 marzo 1589 al 14 dicembre 1599 sono 111. Moltissime certificazioni, specie quelle relative al lasso di tempo che corre dal 20 maggio 1590 al mese di settembre del 1597, sono andate disperse. Un vero peccato!

Battesimo di Giovanni Battista Flore (13 novembre 1599)
Il rettore parrocchiale Leonardo Manca impartisce il battesimo a Giovanni Battista Flore figlio primogenito di Paolo e di Francesca Zaccheddu. I padrini sono la genonese Giovanna Manca, forse sorella del parroco, ed il sacerdote Giuliano Todde di Tonara. Il padre e la madre del battezzato, rispettivamente di origini tonaresi e spasulesi, erano stati uniti in matrimonio dallo stesso rettore il 25 luglio del 1598.

Visita pastorale di Antonio Canopolo (26 aprile 1603)
Gli annali del 1603 riferiscono dei due importanti decreti per la comunità tonarese, dei quali abbiamo già tratteggiato i passaggi più importanti. 



Michela (Mialita) Urru, moglie di Agostino Cabras, muore nel dare alla luce la propria creatura. Il rito funebre è officiato dai sacerdoti Giuliano Todde e Pietro Dearca. Il sopravvissuto, di nome Martino, verrà battezzato dallo stesso Todde nella stessa giornata del decesso della madre. Fungono da padrini Pietro Dearca e Pasqua Desotgiu.
Nell’ordine cronologico dato ai 518 battezzati del periodo che corre dal 25 gennaio del 1600 al 25 aprile del 1617 Martino occupa l’ottantaquattresima posizione.




Eclissi di sole (12 ottobre 1605)



I presbiteri Antioco Putzu di Genoni e Stefano Loddo di Desulo annotano nei registri parrocchiali l’eclissi solare del 12 ottobre 1605. Il fenomeno naturale, citato come miracolo di nostro Signore, si verificò due o tre ore dopo mezzogiorno e durò il tempo di una mezzora.


Decesso di Battista Manca (14 agosto 1611) 

Battista Manca, fabbro di professione (ferrer) viene seppellito in cimitero (enterrat foras recita la certificazione). Aveva ricevuto i santi sacramenti e provveduto a rendere note per tempo le sue ultime volontà. Ricorrente la sua presenza in qualità di padrino, unitamente alla moglie Fiorentina Asoni, in tantissimi battesimi.
Non sappiamo da quale paese provenisse. Forse da Oristano o forse anche da Genoni. Nella certificazione dell’8 aprile del 1601, riguardante il battesimo di Salvatore Virdis, vi è l’indicazione di Oristano come sede di provenienza di Giovanna Manca che funge da madrina ma non del padrino Battista Manca. Ricordo che in altra occasione per la medesima erano state segnalate origini genonesi e non oristanesi. Può darsi che, per un caso di omonimia, si tratti di due figure femminili diverse. Se invece si trattasse della stessa persona potremmo accreditare a Battista Manca legami di stretta parentela, fratellanza, non solo con Giovanna, ma anche con lo stesso rettore parrocchiale.
Nulla sappiamo sulle cause di decesso del nostro mastro. Le sofferenze morali patite per la morte della figlia Giovanna Angela. deceduta appena 13 giorni prima, avranno certamente contribuito a minare il suo stato di salute ed a porre fine ai suoi giorni.

Decesso di Paolo Abis (12 giugno 1614) 

Paolo Abis, colto da malore, muore senza poter ricevere alcun sacramento. Questo è potuto accadere per la negligenza dei figli che non hanno avvisato in tempo il sacerdote. Dopo il rito funebre officiato dal sacerdote Salvatore Deiana, le spoglie mortali hanno trovato accoglienza nel cimitero di Santa Anastasia.

Della chiesetta tonarese intestata ad Anastasia di Sirmo, martirizzata nel 304 dopo Cristo, non abbiamo per il momento altre note degne di rilievo.
Per eventuali altri ragguagli rimandiamo a Nascite, matrimoni e decessi nel Cinquecento e nel Seicento (Volume sesto di Memorie tonaresi). 




































































CASULA STEMMA E BLASONE- DOSSIER ARALDICO

FONTE Antica ed assai nobile famiglia sarda, di chiara ed avita virtù, propagatasi, nel corso dei secoli, in diverse regioni d'Italia...