domenica 5 febbraio 2012

COLI COLI DE TONARA 19-21 FEBBRAIO 2012


L'Associazione
Coli Coli Tonara
col patrocinio del Comune di Tonara e del BIM Talora, con la collaborazione dei Rioni, dei Commercianti e Artigiani di Tonara e di tutte le Associazioni che operano nel paese
organizza
Sfilata di carri allegorici
Con la partecipazione dei quattro rioni di Tonara
(Arasulè, Toneri, Teliseri e Su Pranu)
Programma della manifestazione:
Domenica 19 febbraio 2012
ore 15,00
Sfilata del carro Coli Coli Padedda e dei carri allegorici
ore 18,30
Distribuzione di frittelle e dolci tipici
 ore 20,00
Cena nella Piazza Sant’Antonio con canti e balli
Martedì 21 febbraio 2012
ore 17,30
Zeppolata nella piazza Sant’Antonio: si prepareranno e
friggeranno le zeppole che verranno distribuite calde a
tutti i presenti.
 ore 19,00
Condanna al rogo di Coli Coli Padedda.
Il tutto sempre e solo all’insegna dell’allegria e del divertimento!!!


NEVE TONARA 2012




TONARA NEVE INVERNO 2012





INVERNO 2012 - LA NEVE A TONARA





SULLA NEVE - INVERNO 2012 - TONARA





TONARA SOTTO LA NEVE






sabato 4 febbraio 2012

LA CONTROVERSA STORIA DEL TORRONE


FONTE:http://www.gustosamente.com/article/la-controversa-storia-del-torrone GUSTOSAMENTE.

LA CONTROVERSA STORIA DEL TORRONE

È sempre difficile stabilire data e luogo di nascita, ad esempio, di un dolce perché quello che conosciamo è sempre frutto di secoli di “contaminazioni”. Ciò vale anche per il torrone che, assieme a panettone e pandoro, è ormai simbolo delle feste natalizie.
C’è, una corrente di pensiero, peraltro piuttosto debole, che lo vorrebbe originario dalla solita Cina, perché da lì proviene storicamente la mandorla, uno dei suoi ingredienti principali.
Un po’ più solida è la corrente di pensiero che potremmo definire “romana”. Innanzitutto, nel 116 a.C., Marco Terenzio Marrone il Reatino (politico e prolifico scrittore: al suo attivo ben 620 opere suddivise in una settantina d’opere) citava il gustoso “Cuppedo”, e “Cupeto” è ancora oggi il nome con cui viene identificato il torrone (la cui etimologia porta al verbo latino torrere, ossia tostare) nell’Italia Meridionale.
Poi, in uno dei primi ricettari di cui si abbia conoscenza, il “De re culinaria” di Marco Gavio “Apicio” (fine primo secolo a.C.), si ricorda un dolce a base di miele, mandorle e bianco d’uovo.
Bel personaggio Marco Gavio, nato attorno al 25 a.C. e detto Apicio come un famoso ghiottone vissuto un secolo prima! Su di lui esiste un’abbondante anedottica. Ad esempio, si tramanda che nutrisse le sue murene con la carne degli schiavi e che si sia suicidato quando scoprì che il suo patrimonio si era ridotto ad appena 100 milioni di sesterzi, insufficienti a consentirgli di mantenere il tenore di vita cui era abituato, suntuosi banchetti compresi.
Ma ritorniamo al tema di questo articolo. Secondo la tesi più accreditata, il torrone avrebbe origini arabe. A supporto, si cita un impasto a base di mandorle, miele, zucchero ed aromatizzato con spezie importato dall’oriente dai veneziani che avevano scambi commerciali intensi con i paesi del Mediterraneo orientale. Questo dolce composizione acquistò fama e successo dal Medioevo: era preparato per il Natale e per le feste più importanti.
Inoltre, tra il 1100 ed il 1150 Geraldo da Cremona tradusse un libro del medico di Cordova Abdul Mutarrif in cui si esaltavano le virtù del miele e veniva citato un dolce arabo: il “turun”.
Questo per quanto riguarda gli storici, perché per la tradizione il torrone aha una data ed un luogo di nascita ben precisi: Cremona, 25 ottobre 1441, giorno del matrimonio di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza. In occasione del banchetto nunziale, i pasticceri di corte prepararono un dolce di mandorle, miele e bianco d’uovo che nelal forma riproduceva la torre cittadina della Torrione. Da qui poi il termine  torrone, almeno per i cremonesi.
Sia come sia, fino al secolo scorso il torrone veniva fabbricato dai fornai, al termine della lavorazione del pane. Fu merito di un ex garzone, Secondo Vergani, se nel 1881 nacque a Cremona la prima ditta pensata espressamente per la produzione del torrone.
Oggi Il torrone oggi è diffuso in tutta la Penisola, ed è considerato il vero dolce nazionale. Le principali varietà di torrone sono quella friabile e quella morbido: la differenza fra le due è dovuta a diversi fattori.
Innanzitutto il diverso grado di cottura dell'impasto: nel torrone friabile la cottura è  solitamente prolungata nel tempo fino a giungere (in alcuni prodotti tipici) le dieci ore. Altrettanto importante è la percentuale di frutta secca ed il rapporto tra il miele e gli zuccheri.
Il torrone tenero, invece, ha una cottura che solitamente non supera le tre ore; ciò permette di avere  una concentrazione d'acqua più alta; questo fattore in combinazione alla maggiore percentuale di glucosio produce un impasto più tenero.
Varianti più moderne comprendono il torrone classico ricoperto di cioccolato o all’interno dell’impasto (tipico quello abruzzese). Come ingredienti, a seconda della regione, vengono amalgamate nell’impasto mandorle, nocciole, arachidi, fichi secchi, frutta candita, semi di sesamo, scorze di arancia o limone.
Clicca qui per la ricetta del torrone di Cremona.

turrones e turronargios - Le origini del torrone (5) di Giovanni Mura


 Le origini del torrone

turrones e turronargios - I carrettieri tonaresi del Novecento (4) di Giovanni Mura


 I carrettieri tonaresi del Novecento




   Riprendiamo il discorso dei carrettieri tonaresi con la segnalazione di quanti, con figli in età scolare nel primo quarantennio del Novecento hanno onorato lo scenario fieristico sardo.
   I risultati delle nostre indagini, che fanno riferimento alle annate scolastiche 1902- 1912-1921-1925-1930 e 1940, hanno prodotto questo elenco di nominativi: AbisAsoni, Banni, Cabras, Calledda, Cappeddu, Carboni, Carrucciu, Carta, Delrio, Demurtas, Desotgiu, Dessì, Devigus, Figus, Floris, Garau, LocheMameli, MancaMeloni, Mura, Murgia, Pala, Patta, Peddes, Pili, Pistis, PorruPruneddu, SauSorigaSulisTodde e Zucca.
   Dei novantotto operatori economici rilevati da un sondaggio esteso alle sole frazioni di Toneri e Teliseri, relativamente agli 1929,1930 e 1931, ben quattordici sono carrettieri. La percentuale di questi ultimi rispetto al totale delle rilevazioni è del 14,2 per cento. Le famiglie rappresentate sono quelle dei CappedduCarta, ancora CartaDemurtasGarauLocheMeloniMurgiaPattaPeddesPili, ancora PiliPruneddu e Zucca.
   Da una nota dei registri comunali del 1922, si rileva che, per ogni carro o carrettone parcheggiato sulla pubblica via, l’occupazione del suolo pubblico comporta una tassa annua di lire 12.
   Nel 1931, stando ai dati offerti dai registri matricola di tassa sul bestiame, si ha un riscontro di 39 carrettieri e di 6 cavallanti, nel 1940 la segnalazione è di 28 carrettieri, nel 1950 si registrano 26 carrettieri ed un cavallante mentre nel 1955 i primi sono nel numero di tre ed i secondi costituiscono due sole unità.
   Il commercio tonarese, che in passato aveva fatto ricorso alle figure dei viandanti o cavallanti e a quelle dei carrettieri, si avvale oggi dell’apporto di nuovi operatori chiamati ambulanti i quali, sempre più numerosi, facendo affidamento sulla velocità dei mezzi di trasporto e dei potentissimi mezzi offerti dalla tecnologia, cercano di accaparrarsi le più ampie fette del mercato fieristico isolano. La pubblicità viaggia attraverso l’etere con siti che si moltiplicano quotidianamente. Il torrone è sempre l’oggetto del contendere. Le due più grosse aziende tonaresi, Pruneddu Pili, con diverse decine di dipendenti, con immobilizzazioni tecniche di tutto rispetto e con un know how altamente elevato, producono e smerciano annualmente un quantitativo di circa tremila quintali di torrone. Il consumo è riservato alle clientele sarde, nazionali ed estere.

   I festeggiamenti sul sagrato della chiesa di Sant’Antonio a Tonara
   Per il 20 di giugno, ottavo giorno dei festeggiamenti in onore a Sant’Antonio, a Tonara è festa grande: sa festa de is carrettoneris.
   Nell’Ottocento, secondo la descrizione dell’Angiusla festa dura due giorni, e la piazza della chiesa prende l’aspetto di un mercato con grande partecipazione di forestieri.
   Nel Novecento, al paragrafo Feste religiose e carattere degli abitanti del suo lavoro su Tonara, Raimondo Bonu riferisce che  festeggiano anche l’ottava di S. Antonio, il 20 giugno.
   Testimonia Giovanni Antioco Carta, nell’intervista concessami nel 1963, che, nel primo quarto del secolo scorso, era numerosa, sul sagrato della chiesa del santo patavino, la presenza di rivenditori di articoli in rame, ferro, ferro smalto, pelle e cuoio. Una decina le carrette allineate nel piazzale di cui cinque o sei per gli oggetti appena citati e le restanti per la frutta e la carne fresca.
   Nelle riunioni consiliari di fine Ottocento erano frequenti le dispute sulla imposizione del dazio a carico dei negozianti di vino di altri centri, i quali, durante il periodo fieristico, smerciavano il loro prodotto, a danno degli esercenti locali.
   Ancora oggi a Tonara, nonostante i vecchi mezzi di trasporto siano andati in pensione da tempo, gli ambulanti del paese si riuniscono per il giorno dell’ottava per commemorare i fasti della tradizione de is carrettoneris con festeggiamenti religiosi e civili di tutto rispetto. Si hanno dei particolari toccanti con la benedizione dei mezzi di trasporto e con la stupenda processione in costume operata da numerosi fedeli. A chiusura di programma una breve parentesi di alto significato ben augurante è offerta dai fuochi artificiali.
   Trascrivo dal registro del comitato ai festeggiamenti dell’ottava dell’anno 1992 l’elenco degli aderenti all’associazione:
   Mario e Peppino AsoniPietro AranginoGiuseppe BasoniGesuino CadedduPeppino DemelasAdrianoCarmelo e Salvatore DemurtasFranco e Giovanni FlorisGianni GarauGabriele LocheDiego MancaSebastiano NoliBachisio e Gianni PattaCostanteGabriele e Gesuino PeddesGianni PiliSettimo PirasSebastiano Podda (nelle vesti di presidente del comitato), Giovanni Ignazio PoddieBruno PorruAntonelloEmanueleFabrizioFrancoPietro e Salvatore PrunedduLino SauFrancesco Todde e Pietrino ToddeGesuino Tore e Peppino Zucca.

S’ambulante tonaresu di Peppino Mereu


Della vita di sofferenze sopportate da questi operatori economici di fine secolo è testimone Peppino Mereu con la presentazione del seguente sonetto:

   S’ambulante tonaresu

   Cun d’unu cadditteddu feu e lanzu
   sa vida tua a istentu la trazzas;
   da una idda a s’atera viazzas,
   faghes Pasca e Nadale in logu istranzu.

   A caldu e frittu girende t’iscazzas
   pro chimbe o sese iscudos de alanzu,
  dae s’incassu de sett’otto sonazas
   chi malamente pagant unu pranzu.

   Sempre ramingu senza tenner pasu,
   dae una idda a s’atera t’ifferis
   aboghinende inue tottu colas:

   “Discos noos pro faghere su casu
   e chie leada truddas e tazzeris
   e palias de forru e de argiolas”

Turrones e turronargios - Viandanti, cavallanti, carrettieri e torronai di fine Ottocento a Tonara (3) di Giovanni Mura


 Viandanti, cavallanti, carrettieri e torronai di fine Ottocento a Tonara



   Dei cento operatori economici definiti da una nostra indagine, condotta sui registri scolastici dell’anno 1887, dieci risultano viandanti ed uno solo carrettiere.
   Tra i primi sono segnalati Giovanni Asoni con domicilio in via Barisone 142, Giuseppe Cappeddu (via Mannu 62), Giuseppe Demurtas (via Murù 27), Francesco Orrù (via Eleonora 65), Giovanni Pala (via Mannu 52), Giuseppe Patta (via Eleonora 80), Antonio Sau (via Eleonora 59), Giovanni Todde (via Mannu 7) Antonio Zucca (via Baille 3) ed ancora Antonio Zucca, un caso di omonimia con la figura appena citata.
   Tra i secondi Giuseppe Sau, con domicilio al numero 3 di via Santa Chiara, certamente uno dei primi carrettieri tonaresi.
   L’apertura della prima strada carrozzabile data dagli ultimi decenni del secolo in questione.
   La presenza dei torronai è segnalata annualmente nei ricorrenti censimenti rilasciati alla Autorità scolastica dal segretario comunale Raffaello Pulix. Si tratta dei fanciulli che per aver compiuto l’età di sei anni sono obbligati alla Scuola a norma della legge 15 luglio 1877.
   Dei centocinquantuno studenti obbligati alla frequenza della Scuola elementare inferiore del Comune di Tonara, per l’anno 1894/95, tre risultano figli di torroni, sette di viandanti e due di cavallanti.
   Nell’estratto, che risulta datato 28 febbraio 1895, i qualificati rivenditori del tipico dolce sono Antonio Zucca, genitore di Giovanni Sebastiano Zucca AsoniAntonio Zucca, genitore di Antonio Zucca Garau e Giomaria Patta mentre i viandanti rispondono ai nomi di Giuseppe SauRaffaele FlorisSebastiano GessaFrancesco LocheSebastiano ToddeSebastiano Dessì e Giuseppe Carta, genitore quest’ultimo di Antonio Silvestro Carta Sulis.
   Le figure dei cavallanti sono riconosciute agli operatori ad Antonio Giuseppe Cabras ed a Francesco Mura.
   Della vita di sofferenze sopportate da questi operatori economici di fine secolo è testimone Peppino Mereu con la presentazione del seguente sonetto:

   S’ambulante tonaresu
   Cun d’unu cadditteddu feu e lanzu
   sa vida tua a istentu la trazzas;
   da una idda a s’atera viazzas,
   faghes Pasca e Nadale in logu istranzu.
   A caldu e frittu girende t’iscazzas
   pro chimbe o sese iscudos de alanzu,
  dae s’incassu de sett’otto sonazas
   chi malamente pagant unu pranzu.

   Sempre ramingu senza tenner pasu,
   dae una idda a s’atera t’ifferis
   aboghinende inue tottu colas:

   “Discos noos pro faghere su casu
   e chie leada truddas e tazzeris
   e palias de forru e de argiolas”


Il castagno secolare di Tonara.

di alusac eleirbag Il castagno secolare di Tonara.  l'albero imponente è un castagno secolare   situato nella località " Curadore ...