Riprendiamo il discorso dei carrettieri tonaresi con la segnalazione di quanti, con figli in età scolare nel primo quarantennio del Novecento hanno onorato lo scenario fieristico sardo.
I risultati delle nostre indagini, che fanno riferimento alle annate scolastiche 1902- 1912-1921-1925-1930 e 1940, hanno prodotto questo elenco di nominativi: Abis, Asoni, Banni, Cabras, Calledda, Cappeddu, Carboni, Carrucciu, Carta, Delrio, Demurtas, Desotgiu, Dessì, Devigus, Figus, Floris, Garau, Loche, Mameli, Manca, Meloni, Mura, Murgia, Pala, Patta, Peddes, Pili, Pistis, Porru, Pruneddu, Sau, Soriga, Sulis, Todde e Zucca.
Dei novantotto operatori economici rilevati da un sondaggio esteso alle sole frazioni di Toneri e Teliseri, relativamente agli 1929,1930 e 1931, ben quattordici sono carrettieri. La percentuale di questi ultimi rispetto al totale delle rilevazioni è del 14,2 per cento. Le famiglie rappresentate sono quelle dei Cappeddu, Carta, ancora Carta, Demurtas, Garau, Loche, Meloni, Murgia, Patta, Peddes, Pili, ancora Pili, Pruneddu e Zucca.
Da una nota dei registri comunali del 1922, si rileva che, per ogni carro o carrettone parcheggiato sulla pubblica via, l’occupazione del suolo pubblico comporta una tassa annua di lire 12.
Nel 1931, stando ai dati offerti dai registri matricola di tassa sul bestiame, si ha un riscontro di 39 carrettieri e di 6 cavallanti, nel 1940 la segnalazione è di 28 carrettieri, nel 1950 si registrano 26 carrettieri ed un cavallante mentre nel 1955 i primi sono nel numero di tre ed i secondi costituiscono due sole unità.
Il commercio tonarese, che in passato aveva fatto ricorso alle figure dei viandanti o cavallanti e a quelle dei carrettieri, si avvale oggi dell’apporto di nuovi operatori chiamati ambulanti i quali, sempre più numerosi, facendo affidamento sulla velocità dei mezzi di trasporto e dei potentissimi mezzi offerti dalla tecnologia, cercano di accaparrarsi le più ampie fette del mercato fieristico isolano. La pubblicità viaggia attraverso l’etere con siti che si moltiplicano quotidianamente. Il torrone è sempre l’oggetto del contendere. Le due più grosse aziende tonaresi, Pruneddu e Pili, con diverse decine di dipendenti, con immobilizzazioni tecniche di tutto rispetto e con un know how altamente elevato, producono e smerciano annualmente un quantitativo di circa tremila quintali di torrone. Il consumo è riservato alle clientele sarde, nazionali ed estere.
I festeggiamenti sul sagrato della chiesa di Sant’Antonio a Tonara
Per il 20 di giugno, ottavo giorno dei festeggiamenti in onore a Sant’Antonio, a Tonara è festa grande: sa festa de is carrettoneris.
Nell’Ottocento, secondo la descrizione dell’Angius, la festa dura due giorni, e la piazza della chiesa prende l’aspetto di un mercato con grande partecipazione di forestieri.
Nel Novecento, al paragrafo Feste religiose e carattere degli abitanti del suo lavoro su Tonara, Raimondo Bonu riferisce che festeggiano anche l’ottava di S. Antonio, il 20 giugno.
Testimonia Giovanni Antioco Carta, nell’intervista concessami nel 1963, che, nel primo quarto del secolo scorso, era numerosa, sul sagrato della chiesa del santo patavino, la presenza di rivenditori di articoli in rame, ferro, ferro smalto, pelle e cuoio. Una decina le carrette allineate nel piazzale di cui cinque o sei per gli oggetti appena citati e le restanti per la frutta e la carne fresca.
Nelle riunioni consiliari di fine Ottocento erano frequenti le dispute sulla imposizione del dazio a carico dei negozianti di vino di altri centri, i quali, durante il periodo fieristico, smerciavano il loro prodotto, a danno degli esercenti locali.
Ancora oggi a Tonara, nonostante i vecchi mezzi di trasporto siano andati in pensione da tempo, gli ambulanti del paese si riuniscono per il giorno dell’ottava per commemorare i fasti della tradizione de is carrettoneris con festeggiamenti religiosi e civili di tutto rispetto. Si hanno dei particolari toccanti con la benedizione dei mezzi di trasporto e con la stupenda processione in costume operata da numerosi fedeli. A chiusura di programma una breve parentesi di alto significato ben augurante è offerta dai fuochi artificiali.
Trascrivo dal registro del comitato ai festeggiamenti dell’ottava dell’anno 1992 l’elenco degli aderenti all’associazione:
Mario e Peppino Asoni, Pietro Arangino, Giuseppe Basoni, Gesuino Cadeddu, Peppino Demelas, Adriano, Carmelo e Salvatore Demurtas, Franco e Giovanni Floris, Gianni Garau, Gabriele Loche, Diego Manca, Sebastiano Noli, Bachisio e Gianni Patta, Costante, Gabriele e Gesuino Peddes, Gianni Pili, Settimo Piras, Sebastiano Podda (nelle vesti di presidente del comitato), Giovanni e Ignazio Poddie, Bruno Porru, Antonello, Emanuele, Fabrizio, Franco, Pietro e Salvatore Pruneddu, Lino Sau, Francesco Todde e Pietrino Todde, Gesuino Tore e Peppino Zucca.