BALLATA PER ROSA, FIDANZATA DI GUERRA
Quella che vedete, gente,
dentro la chiesetta di Arasolè,
col cero acceso in mano,
è Rosa Fae, la fidanzata
del soldato Sciarlò, morto in guerra
venti anni fa.
Sciarlò, da vivo,
faceva il muratore,
bè… in verità… l’aiuto muratore,
perché era buono ma distratto.
Quando i muratori veri,
i ‘maestri di muro’,
dall’alto dell’impalcatura,
gridavano: «Sciarlò, calce!»,
lui portava cemento;
se gli gridavano:
«Sciarlò, cemento!»,
lui portava calce.
E cose così.
Non diventò mai ‘maestro di muro’,
ma gli volevamo tutti bene
perché era distratto ma buono.
Per questo è morto,
come un pidocchio,
saltando su di una mina,
là, in terra di Russia.
Son passati venti anni,
ma Rosa è ancora
la fidanzata di Sciarlò,
gallina muta e fedele.
Guardatela, guardatela, gente,
col cero acceso in mano,
secca, gialla, rognosa,
una zitella vedova.
Senza il minimo dubbio,
Rosa ha collocato
Sciarlò in Paradiso.
E, in cielo, secondo Rosa,
Sciarlò è diventato
un ‘maestro di muro’,
e ha costruito, in vent’anni,
per la palma adorata, la fedele
fidanzata Rosa,
una casa simile, molto simile
al Palazzo di Donna Filiana,
la ricca proprietaria di Arasolè,
con una grande stanza da letto,
rosa e azzurra,
e un grande letto matrimoniale,
con una grande coperta,
rosa e azzurra,
per la palma adorata, la fedele
fidanzata Rosa.
Da vent’anni, ogni notte,
la fidanzata Rosa
depone in una culla
il figlio di Sciarlò,
fatto di stracci,
da vent’anni, ogni notte,
con viso di pecora impazzita,
china sopra la culla,
bela una ninna-nanna.