mercoledì 31 ottobre 2012

i "lantriones". Halloween è nato a Tonara?

di Checchino Antonini 

Giravano a gruppi i bambini il giorno di Ognissanti. Bussavano casa per casa, vestiti di bianco, stracci bianchi. «A bene 'e is animas», «per il bene delle anime» e la gente dava loro dolci, frutta secca, mele cotogne, pane. Quello che potevano, in un territorio che viveva di transumanza e commercio ambulante. E a sera, gli angoli nei rioni si illuminavano con le fiammelle dei "lantriones" intagliati, le zucchine fatte crescere apposta oblunghe.

Niente a che vedere col dolcetto-o-scherzetto dei teenagers americani, ossia dei loro coetanei di tutto l'Occidente ricco e consumista. "Su bene 'e is animas" assomiglia parecchio ad Halloween ma solo per quelle fiammelle tremolanti nei lantriones perché Tonara, 2300 abitanti a 100 km da Cagliari, al centro della Barbagia, è ancora lontanissima da New York. Globalizzazione permettendo.

«Le offerte servivano per accompagnare le anime dei defunti, venivano raccolte dai bambini che sono le anime più pure. Anche le famiglie più povere si toglievano il cibo di bocca per imbandire la tavola in onore del defunto. Chi poteva preparava i culiggiones, ravioli di patate e menta», racconta una donna. «Ma giravano anche i ragazzi più grandi e spesso andavano a "chiedere" ogni volta che si trovava un lantrione. Ne approfittavamo anche per entrare nelle case delle ragazze», aggiunge un anziano ambulante torronaio. Perché Tonara è famoso per i torroni e per la definizione lusinghiera data da David Herbert Lawrence. Viaggiando verso il nord dell'isola, il padre di Lady Chatterley ha paragonato Tonara alle sue «visioni infantili di Gerusalemme, alta contro il cielo scintillante con le sue aguzze costruzioni a cubi».

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Nelle cartolerie della Sardegna, intanto, i gadget per Halloween riempiono gli scaffali. A Tonara qualche mamma compra ancora, per Ognissanti, cibo e dolci ma li regala ai propri figli. Nulla è come allora e forse non lo è mai stato. La tradizione, probabilmente, è un'invenzione. Come il Grande Cocomero