giovedì 11 settembre 2025

La storia di Nino e del suo legno

di alusac eleirbag

La storia di Nino e del suo legno  

Il sole caldo di Tonara batteva sul selciato, illuminando la polvere alzata da qualche auto di passaggio. Il mio sguardo, però, era fisso tra le mani di Nino. Erano mani segnate dal tempo, mani che avevano sfogliato libri antichi e, ora, tenevano saldamente una piccola opera d'arte.

"Vedi?" mi disse, quasi con un sussurro, un misto di orgoglio e stanchezza. "Questa è per il comune. Ho voluto che restasse qualcosa, qualcosa di tangibile, non solo parole sui libri."

Era un'opera semplice e geniale allo stesso tempo. Tanti piccoli listelli di legno, assemblati in una scala ascendente. Su ogni listello, incisa con una mano ferma e precisa, c'era la storia di Tonara, di quell'anno lontano, il 1866. Toneri Contrade. I nomi dei rioni si susseguivano, uno dopo l'altro: Cracalasi, Catzolaghedu, Cortzo', Pratza de is Caraos Mesuidda... E ancora Pratza Manna, Barigau, Maria Pra. Più in basso, quasi a sorreggere il tutto, Pratza Senti Cocco Cartutze' e Muru' Pratza de is Tzucas, fino a toccare il suolo con l'ultimo, Maria Pra de Osso.

Mentre ammiravo l'opera, Nino, con un lampo negli occhi, aggiunse: "E poi c'è Ilala. Non l'ho messo qui, ma per Ilala ho fatto un'altra opera." Il suo tono si fece più malinconico. "Ilala... un rione disabitato fin dagli anni '50 o '60. Ma i miei studi, sai, mi hanno permesso di scoprire che nell'Ottocento arrivava ad avere anche duecento abitanti! Tutti vivevano a ridosso della chiesa di San Sebastiano, quella che ancora esiste, sai? Un tempo era piena di vita."

Ogni nome risuonava come un'eco nel mio cuore. Erano nomi che avevo sentito pronunciare dai miei nonni, nomi che erano parte di me e della mia storia. In quell'oggetto, fatto di legno e passione, e in quel ricordo di Ilala, c'era tutto l'amore di Nino per la sua terra. Era un dono silenzioso e potente. Non solo una mappa, ma un vero e proprio albero genealogico del paese, un tributo alla sua anima.

Gli occhi di Nino si illuminarono. "Spero che la mettano in biblioteca", disse con un sorriso che gli riempiva le rughe. "Così, anche i ragazzi, passando, si ricorderanno da dove vengono. E magari qualcuno si chiederà di Ilala, della sua gente."

E mentre lo salutavo, diretto verso la sua corsa contro il tempo per il pullman, capii. Non era solo un vecchio che tornava al suo paese. Era un custode, un narratore che, invece di usare solo le parole, aveva scelto di scolpire la memoria di Tonara nel legno, per non farla mai sbiadire, e di tramandare anche le storie dei luoghi dimenticati, come Ilala.


Le contrade di Toneri nel 1866 di Nino Mura

alusac eleirbag