domenica 8 settembre 2024

CASULA STEMMA E BLASONE- DOSSIER ARALDICO

FONTE Antica ed assai nobile famiglia sarda, di chiara ed avita virtù, propagatasi, nel corso dei secoli, in diverse regioni d'Italia. Secondo quanto ci viene tramandato, essa è però originaria della Spagna, ove era conosciuta come Càsula. Molti suoi esponenti inoltre hanno provato la propria nobiltà nei militari ordini di Santiago, Calatrava, Alcántara, Montesa, Carlos III e San Giovanni di Gerusalemme. In Sardegna giunse nel corso del XIV secolo ed infatti nell’Atto di pace del 1388 tra la Corona d’Aragona e il Regno d’Arborea è attestato proprio questo cognome. Nella prima metà del XVI secolo i maggiori insediamenti di questa famiglia si ebbero nel territorio di Sassari. Successivamente però il nucleo principale si spostò in Nurri. In quest'ultima città, in data 20 giugno 1671, Giovanni Antioco Casula ha ricevuto il cavalierato ereditario. Nel 1701 Antonio Casula ha ricevuto conferma del cavalierato e della nobiltà.
1. Stemma della famiglia: Casula Lingua del testo: Italiano D'oro, al cipresso al naturale, sormontato da sette stelle d'argento, quattro e tre, sinistrato da un cervo pure al naturale, con una stella in mezzo alle corna e addestrato da un braccio armato, rivoltato, impugnante una spada movente da una nube, il tutto al naturale.
2. Stemma della famiglia: Càsula Lingua del testo: Italiano Di rosso, ad un castagno d'oro fruttato d'azzurro.

Càṡula - Etimologia - VOCABOLARIO ON LINE tRECCANI

FONTE
casula càṡula s. f. [dal lat. tardo casŭla, dim. di casa «capanna»; propr. «capannina»]. – Antico nome della pianeta sacerdotale, nella forma ampia, a campana, con una sola apertura per la testa, dalla quale viene infilata, rimasta in uso fino al sec. 13° e ora ripresa, con lo stesso nome, nella nuova liturgia, per la celebrazione della messa

Cognomi sardi: uno stazzo o una capanna, è qui l'origine di Casula di Mauro Maxia

Casula è un antico cognome esclusivamente sardo che occupa la 29° posizione nella speciale classifica dei cognomi più diffusi. Oggi conta circa 1760 famiglie di cui 1350 risiedono in Sardegna. Nelle restanti regioni le maggiori densità si rilevano in Piemonte (83), Lombardia (76) e Lazio (60). Nell’Isola è diffuso specialmente nella parte meridionale. Nel territorio della vecchia provincia di Cagliari vi sono 720 Casula. Altri 195 risiedono nella provincia di Oristano; 200 in quella di Nuoro (compresa l’Ogliastra) e 330 in quella di Sassari (compresa la Gallura). Relativamente ai comuni, ha l’epicentro a Cagliari (120) col suo hinterland (Assemini 41, Quartu Sant’Elena 35, Dolianova 31, Capoterra e Monserrato 15). Presenta densi nuclei anche a Sassari (59), Oristano (40), Olbia (39), Carbonia (38), Iglesias (36), Villaputzu (32), Desulo (30), Cabras e San Gavino Monreale (26), Nùoro (23), Serdiana (22), Ortueri (21), Samassi (17), Berchidda e Santa Giusta (16) e Meana (15). Sul piano generale Casula è attestato in 170 comuni ossia in circa il 45 per cento dell’intero territorio sardo. Oltre a Casula, che rappresenta la forma principale, si deve tener conto della variante Casule (67 famiglie) che è caratteristica di Cuglieri (21) e di Pozzomaggiore (17). Un’altra variante è Catzula (15 famiglie) che è specifica di Meana. Una variante rarissima è Caiula che si trova solo a Sassari e riflette una pronuncia logudorese Cajula. Sul piano storico è documentato già nei secoli XI-XIII nel condaghe di San Pietro di Silki e in quello di San Nicola di Trullas. Nell’Atto di pace del 1388 tra la Corona d’Aragona e il Regno d’Arborea è attestato a Borore e Laconi. È documentato a Ozieri nel 1503 e nel 1587. Nella prima metà del 1500 è attestato a Sassari (Quirico Casulla) dove è registrato ancora nel 1580, nel 1689, nel 1791 e nel 1852-1856 (Giovanni Battista Casula, deputato). Tra il 1500 e il 1600 è documentato a Sanluri con parecchie occorrenze. Nel 1580 è registrato a Fonni e Sorgono. Nel 1654 è presente a Cagliari Stampace. Nel 1742 e 1785 è attestato a Perfugas e Tula. È registrato anche a Triei nella seconda metà del 1700 e a Meana nel 1759. Inoltre è citato negli atti dei Parlamenti del Regno di Sardegna. Nel 1809 è registrato a Villasor, nel 1837 a Ollolai, nel 1841 a Guamaggiore, nel 1842 a Monastir, nel 1850 a Fonni, nel 1862 a Berchidda e a Cagliari (don Efisio Casula, canonico di Oristano). Nelle liste di leva del 1880 è documentato ad Abbasanta, Assemini, Cuglieri, Dolianova, Donigala Fenughedu, Meana, Montresta, Musei, Ollolai, Olzai, Ortueri, Oschiri, Pula, S. Gavino Monreale, S. Nicolò Gerrei, Sorgono, Tinnura, Tonara, Zerfaliu. Alla base ha probabilmente un soprannome o nome di mestiere, formato dall’ormai raro termine sardo casula ‘casa’ e ‘stazzo’, legato forse all’attività del capostipite. Secondo Massimo Pittau Casula deriva dal latino casubula ‘casupola, capannuccia’ (DCS, 1, 195). Questa ipotesi appare convalidata dalla scrittura Casubla documentata nel Condaghe di San Nicola di Trullas (256: Maria e Micali Casubla). Anche la variante Catzula è citata nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado (69: Iorgi Cazula) e la si ritrova a Meana dal 1597.alusac eleirbag

mercoledì 28 agosto 2024

ROKKAREA A TONARA TRE GIORNI DI MUSICA PER SCEGLIERE IL MEGLIO DEL ROCK ISOLANO. La nuova sardegna 4 settembre 1985

il nome RokkArea si presta Forse a qualche equivoco per l’assonanza con le scritte che escludono i civili dalle zone militari off limits. Tuttavia Se andrete a Tonara dal venerdì a domenica non solo non sarete cacciati con le armi in pugno ma oltre a godere della tradizionale ospitalità potete assistere a Tonara al Rock 1985. Come dire il primo raduno regionale di gruppi musicali più o meno di Chiara fama. Così promettono gli organizzatori. Tre giorni di musica rock. Non c’è accenno al Pace e amore in voga negli anni 60 altrimenti sarebbe stato sin troppo agevole ribattezzare il raduno di Tonara alla Woodstock sarda. Scampato per rotto della cuffia è così audaci paralleli il rock Area organizzato dal Comune Di Tonara e dal discografico Sassarese Giovanni Leonardi si presenta più modestamente ma certo più realisticamente come una dettagliata rassegna del meglio che il rock isolano può mettere in campo. Questo è l’elenco di gruppi che sino ad ora hanno assicurato la loro partecipazione: Venerdì sei: i Cento, I metro, I bolingo Breakers, Frank Raia,gli Ice, gli y greco,Sabato seven, Gli Araba, Joe perrino e i mellotowns, I Jam, I Death Sentenche, I dune, Weltanchaang 8 I vapore 36, tomato ketchup, I crepes Susette, psisiche di role. Conclusione gli skisntos.

lunedì 26 agosto 2024

Gabriele Peddes. I mille viaggi del torronaio On The Road di Francesco Pirisi. La Nuova Sardegna 26 agosto 2024.


    Gabriele Peddes: i mille viaggi del torronaio On The Road.

• di Francesco Pirisi

Nuoro. L’angolo tra le vie Veneto e Lamarmora durante il Redentore è il regno di Gabriele Peddes, torronaio di Tonara. I consumatori pressano sul bancone, mentre il coltello ritaglia fette e poi pezzi uni formi, con colpi secchi e sicuri. Vi attende Gianni, il nuovo titolare. Ma il maestro continua a essere Gabriele, il padre, che conosce Nuoro, così come i nuoresi hanno familiarità della sua figura. Tonda, rosea, modellata nei modi e sorrisi da una vita spesa qua e là per la Sardegna, dietro mille feste.
Il primo appuntamento è tra marzo e aprile a Sarule per Santa Lucia  - dice il  commerciante barbaricino - poi San Francesco di Lula, il Santissimo Crocifisso a Galtelli. Prima di iniziare le feste estive dai Candelieri a Sassari subito appresso il Redentore. Nella parte finale le ricorrenze settembrine della Madonna di Gonare del rimedio di Orosei e San Cosimo Mamoiada. Con l'inverno si chiude e l’attività vive suo letargo. Anche se meno marcato rispetto al passato considerato che oggi il prodotto lo si vende anche fuori stagione. Di inalterato rimane il gusto del torrone che ha valenti artigiani anche a ad Aritzo,a Desulo e Patada. Il torrone lo apprezzano soprattutto i sardi spiega Peddes più che in continentali o stranieri. Con specificità rispetto ai tipi richiesti. Perché a Orosei per esempio lo preferiscono con le noci. Il Goceano sceglie spesso il tipo con le Mandorle crude. Una tradizione lunga della quale Gabriele Peddes ne può raccontare già un tratto importante: Io rappresento la seconda generazione dell’attività produttiva spiega iniziata da mio padre Padre Giovanni tra le due guerre. Faceva copia nel lavoro anche nel lavoro con mia madre. Giravano la Sardegna a bordo del carretto trainato dal cavallo. Le loro tappe pressoché quelle attuali: Li si poteva trovare sia nella piazze in inverno - continua   Peddes - sia nelle località poste ai vertici dell’isola come Sant’Antioco o Porto Torres. Quando la distanza era tanta dividevano il viaggio in due o tre tappe con pernottamento i paesi che si trovavano lungo il percorso e dove vantavano delle conoscenze. A casa di Sos amigos de Posada.Gli amici dove si fa la sosta e di soggiorni. Per il capostipite stava in piazza. Sua moglie Peppedda lo proponeva. In cambio pochi soldi ma molto grano, olio e fave. Stagione di cui è rimasto nella storia di questi produttori anche il metodo della confezione del dolce. Fatto di miele e albume d’uovo. Amalgamati nel la caldaia rudimentale di rame Su cheddargiu dalle braccia di massaie rese potenti dalle necessità quotidiane e dal sacrificio. Una ventina di chili di torrone venivano fuori dal recipiente una volta che aveva. Peddes: in un giorno l’operazione si ripeteva due o tre volte. Delle donne assunte alla giornata anche il compito sgusciare noci nocciole e mandorle. Da tostare così come in uso per il caffè in un cilindro di ferro S'arrufadore anch’ esso fatto girare tra le fiamme: la flagranza più intensa e gustosa quella delle nocciole locali non ha dubbi Gabriele Peddes. Ieri un’intera giornata al Redentore il cui appuntamento nel passato lo vedeva sostare in cima al monte, località tradizionale della sagra. A breve sarà a Gonare e poi in altre piazze, ancora guida Gianni che ne raccoglie il testimone. Su un banco dove il coltello non smette di smembrare il torrone tra strette di mano ricchi e recenti aneddoti anch’essi dentro la tradizione.

TONARA - LA FORESTA DI UATZO -

Foresta demaniale Uatzo

La foresta di Uatzo ricade quasi interamente nell’area di tutela prevista dalla Legge Nazionale n. 394, riguardante i Parchi e le aree protette (Parco Naturale del Gennargentu). Inoltre è anche interessata dal D.lgs n. 490 del 1999 - articolo n. 146-, per ciò che riguarda le aree da salvaguardare con altitudine superiore ai 1200 m (Conca Giuanni Fais) e le aree di rispetto (Rio Is Putzos).
La foresta di Uatzo è stata interessata da intensi fenomeni di degrado ambientale causati sia dagli agenti erosivi favoriti dalla natura dei suoli rappresentati da rocce porfiriche e da substrati scistosi che dall’elevata frequenza degli incendi. Le forti pendenze e l'elevata intensità delle precipitazioni hanno determinato l’asportazione degli strati più superficiali del terreno. Tale azione è evidente soprattutto nelle località con bassa copertura vegetale come Bruncu Su Pragnu, Golia Zippiri ed Erillione. I rimboschimenti realizzati in queste aree sono finalizzati al miglioramento della funzione protettiva del suolo.

La foresta di Uatzo è attraversata della linea ferroviaria Mandas – Arbatax percorsa dal "trenino verde" a scopi turistici. Nel lato nord del corpo centrale la strada ferrata si articola seguendo la curva di livello, mostrando una vista panoramica di notevole interesse turistico rivolta verso le vallate scoscese interne al perimetro forestale. Il percorso è particolarmente suggestivo durante il periodo autunnale per via dei cromatismi offerti dal paesaggio caratterizzato da conifere sempreverdi alternate alle piante di roverella ed alla macchia.

La foresta può essere visitata percorrendo per 15 minuti una strada a fondo naturale che si innesta dalla SS 295 sul tratto Belvì – Tonara. Nell’area servizi è possibile ottenere informazioni ed usufruire delle aree di sosta dotate di panche e tavoli, dislocate anche in alcune piazzole poste sul tratto di strada che corre parallelo al Riu Is Putzos, nella parte a valle della foresta. I sentieri che si possono percorrere a piedi sono numerosi e muniti di cartellonistica.

Provincia: Nuoro
Comune: Tonara
Superficie: 782 ettari 

Aspetti climatici:
La caratterizzazione del clima è desunta dai dati termopluviometrici registrati dalla stazione meteorologica di Desulo (quota 920 m s.l.m.; periodo di osservazione 1922-75; durata del periodo di osservazione 54 e 49 anni). La temperatura media annua è pari a 12,9 °C, mentre la media del mese più freddo (gennaio) è di 4,8 °C; la media del mese più caldo (luglio) è di 22,2 °C. L’escursione termica annua è di 18,6 °C; le massime e le minime assolute, registrate nei mesi di luglio e gennaio sono rispettivamente di 34,3 °C e -3,2 °C. Considerando un gradiente termico medio di - 0,51 °C/100 m, è possibile estrapolare un valore di temperatura media annua per le zone più elevate della foresta: intorno ai 740 m s.l.m. questo valore è stimabile intorno ai 14°C. Le precipitazioni seguono un regime caratterizzato da massimi invernali (dicembre-gennaio) ed autunnali (novembre) per un totale di 1189 mm di pioggia caduta e 104 giorni piovosi l’anno. Secondo la classificazione climatica del Pavari si può supporre che la foresta si trovi nel suo complesso al limite fra le zone fitoclimatiche del Castanetum sottozona.
Aspetti geopedologici:
I substrati litologici sui quali insiste l’area della foresta sono formati da un manto roccioso di scisti e argilloscisti del Paleozoico. Sono più precisamente scisti filladici, arenacei e micascisti, derivanti da sedimenti argillosi e sabbiosi di ambiente marino. L’andamento morfologico del complesso forestale di Uatzo è collinare - montano, con prevalenza di quest’ultimo; tra le cime più importanti si citano: Conca Giuanni Fais (1495 m s.l.m.), Bruncu Istiddì (997 m s.l.m.), S’Arcu Sa Frucca (982 m s.l.m.). Tutti i corsi d’acqua della foresta sono a regime torrentizio con l’esclusione del Rio Is Putzos, principale corso d’acqua che attraversa il complesso forestale. La foresta demaniale in oggetto si estende dai 486 m s.l.m. (Rio Is Putzos) ai 1495 m s.l.m. (Conca Giuanne Fais).
Aspetti vegetazionali:
Il territorio in esame, per i suoi caratteri climatici e lo sviluppo altitudinale, si presenta come una tipica area di transizione tra la vegetazione sempreverde sclerofillica e quella decidua di origine boreale. Alle quote inferiori si insedia in genere la vegetazione sclerofillica, alle quote più elevate sono invece favorite le specie decidue a ciclo estivo. Numerosi incendi in passato hanno contribuito a provocare degradazioni delle formazioni forestali. Queste oggi sono rappresentate nell’orizzonte termofilo da boschi di leccio, con qualche presenza di qualche latifoglia decidua e di specie mesofile, di età e sviluppo diversi. Le leccete più frequenti sono rappresentate da cedui matricinati o cedui invecchiati in conversione all’altofusto e in minor misura da fustaie irregolarmente disetanee. Nell’orizzonte mesofilo vi è la dominanza della roverella con infiltrazione di specie arbustive eliofile (associazione: Oenantho pimpinellodis-Castanetum sativae Arrigoni). Questi boschi di roverella e ancor più quelli di castagno si inseriscono in Sardegna nel contesto più mesofilo del cingolo Quercus-Tilia-Acer, su suoli sempre silicei (acidofili) più profondi e ricchi di riserve idriche. Tra le emergenze botaniche sono da segnalare alle quote elevate, intorno ai 1000 m, soggetti di Sorbus aria, Genista corsica e Juniperus communis.
Aspetti faunistici:
Tra i biotopi di interesse faunistico sono presenti: torrenti, macchia mediterranea, ambienti boschivi circoscritti e ambienti rocciosi. Tra i rapaci è da segnalare l’aquila reale, del Bonelli e il falco pellegrino, che possono essere avvistati nell’intero complesso forestale.
Come si raggiunge:
Si accede alla Foresta dalla S.S. 295, sul tratto tra Belvì e Tonara, all’altezza della stazione di Desulo – Tonara. Si percorre una strada a fondo naturale per circa 2 chilometri prima di entrare nel complesso forestale. Si prosegue per circa 5 chilometri prima di raggiungere il centro servizi.alusac eleirbag

domenica 25 agosto 2024

ROCKAREA 1991 TONARA CONCERTO XENIUM SECONDA PARTE


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ROCKAREA TONARA 1989 CONCERTO DPR LOVE IN THE SADE


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ROCK AREA 1989 TONARA CONCERTO DPR FLASH


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TONARA 1989 5 RASSEGNA ROCKAREA



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XENIUM live a ROCK AREA nel 1991 a Tonara concerto prima parte


fonte:  https://www.sascena.it/xenium-live-a-tonara-retromania/

Xenium live a ROCK AREA nel 1991

 Simone La CroceRetromania

Nel 1991 a  (NU), gli  da Cagliari salgono sul palco di Rock Area, tra le più importanti rassegne di rock indipendente in Sardegna a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90, che ha visto alternarsi in quasi dieci anni tante band emergenti nazionali e internazionali. Sono passati quasi 30 anni ma siamo certi che qualcuno di voi fosse sotto il palco.

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CASULA STEMMA E BLASONE- DOSSIER ARALDICO

FONTE Antica ed assai nobile famiglia sarda, di chiara ed avita virtù, propagatasi, nel corso dei secoli, in diverse regioni d'Italia...