domenica 31 agosto 2025

Il castagno secolare di Tonara.


di alusac eleirbag

Il castagno secolare di Tonara.

 l'albero imponente è un castagno secolare situato nella località "Curadore" zona di Tonara in Sardegna. Albero  celebre per la sua grandezza maestosa e l'aspetto antico e contorto.

 

  • Tronco e corteccia: Il tronco è massiccio e nodoso, coperto da profonde scanalature verticali e da uno spesso strato di muschio verde, che suggerisce un ambiente umido. La consistenza rugosa della corteccia è un chiaro segno della sua grande età.

  • Rami: I rami sono spessi e si estendono orizzontalmente, creando un'ampia chioma. Un grande ramo in particolare si protende lontano dal tronco ed è abbastanza largo da permettere a una persona di sedercisi sopra, come si vede nella foto.

  • Fogliame: Le foglie sono di un verde vivace e dense, formando una chioma rigogliosa che filtra la luce del sole.

  • Ambiente: L'albero si trova in un'area boschiva con un sentiero sterrato nelle vicinanze. Il terreno intorno alla base è coperto di foglie cadute e piccole piante. Il bosco circostante è tipico del paesaggio sardo, con altri alberi visibili sullo sfondo.

Questo albero è un magnifico esempio dei "monumenti verdi" che si trovano a Tonara, parte significativa del patrimonio naturale locale. Essi sono una testimonianza delle antiche foreste della regione e spesso sono protetti per il loro valore storico ed ecologico.

Mons. Antonio Raimondo Tore - Un tonarese illustre.

di alusac eleirbag

Mons. Antonio Raimondo Tore - Un tonarese illustre.

Nel 1781, a Tonara, in Sardegna, nasceva Antonio Raimondo Tore, destinato a diventare una figura di spicco nel panorama ecclesiastico sardo. Cresciuto in una famiglia agiata, figlio del medico Giovanni e di Anna Cabras, poté contare sul sostegno economico e sociale dei suoi zii materni, in particolare di Vincenzo Cabras, una figura influente nell'ambito politico. Questi legami familiari si rivelarono cruciali per la sua formazione, permettendogli di accedere ai migliori istituti educativi dell'isola.


La formazione e la scalata ecclesiastica

Il percorso di Tore fu segnato da un'educazione rigorosa e completa. Iniziò gli studi elementari nella sua città natale per poi trasferirsi a Cagliari, dove frequentò il prestigioso Seminario Tridentino. Qui si distinse per le sue doti intellettuali, laureandosi in teologia e affinando le sue capacità oratorie. Prima di essere ordinato sacerdote, si dedicò alla predicazione, guadagnandosi la stima di molti e l'onore di pronunciare elogi funebri per figure di alto rango, come la regina Maria Adelaide e i re Carlo Emanuele IV e Vittorio Emanuele I.

La sua carriera ecclesiastica fu una progressione costante: dopo l'ordinazione nel 1805, ricoprì incarichi di vicario e parroco in diverse località sarde, tra cui Atzara, Aritzo e Sorgono. Nel 1820 fu nominato canonico teologale a Oristano e, alla morte dell'arcivescovo, divenne vicario capitolare, dimostrando un grande zelo nel suo operato.


Il vescovado di Ales-Terralba e le riforme

Il culmine della sua carriera arrivò nel 1828, quando fu consacrato vescovo della diocesi di Ales-Terralba, carica che assunse dopo un lungo periodo di vacanza. La sua gestione si distinse subito per un'impronta energica e riformatrice, con un'attenzione particolare a tre ambiti principali:

  1. Risanamento delle strutture ecclesiastiche: Tore si impegnò a fondo per il restauro e l'ampliamento del Seminario Tridentino di Ales. Nonostante il crollo di una parte dell'edificio storico, riuscì a ottenere i finanziamenti necessari e a dare avvio ai lavori. Ristrutturò anche la chiesa di Terralba, contribuendo personalmente e in modo significativo alle spese.

  2. Riforma del clero e disciplina: Con un approccio deciso e senza mezzi termini, Tore intervenne per migliorare la disciplina e l'onore dei sacerdoti. Non esitò a sospendere "a divinis" i preti che non rispettavano le sue direttive, imponendo rigide norme sull'abbigliamento, la gestione dei registri parrocchiali e la catechesi.

  3. Innovazioni sociali e pastorali: La sua azione non si limitò alla sfera strettamente ecclesiastica. Mostrò un'attenzione notevole per il benessere sociale della sua diocesi, fondando scuole elementari in ogni parrocchia per combattere l'analfabetismo e promuovendo la costruzione di cimiteri fuori dai centri abitati per ragioni igieniche.


La malattia e l'eredità

Nonostante la sua forte volontà, il vescovo fu afflitto da una salute precaria. A partire dal 1833, una serie di malattie lo costrinsero a letto per lunghi periodi, ma non gli impedirono di continuare a gestire la diocesi con la sua consueta fermezza. La sua fitta corrispondenza di questo periodo testimonia la sua determinazione e la sua capacità di affrontare le avversità. Morì nel 1840, lasciando dietro di sé un'eredità di riforme e un'immagine di pastore instancabile, che seppe conciliare il rigore ecclesiastico con un'attenzione profonda per le esigenze materiali e spirituali del suo popolo.

sabato 30 agosto 2025

La Luce - Arregodos de sa Guerra e de sa Vida - di Benigno Casula -

alusac eleirbag

1-La Luce

Un lampo squarciò il buio della notte. Non era un temporale, non era un fuoco. Per noi ragazzini, era qualcosa di più grande, di più magico. Era il 1927, la notte in cui la luce elettrica arrivò a Tonara. Io, Benigno, che avevo appena sei anni, la osservai con gli occhi sgranati. Mai, prima di allora, le nostre case erano state così vive dopo il tramonto. Di solito, non c'era che il debole bagliore di una lampada a olio, o la fievole danza di una candela che proiettava ombre giganti sulle pareti. Le strade, dopo il tramonto, sparivano in un nero profondo, rotto solo dalla luna o dalle stelle.


Ma quella notte fu diverso. La piazza si riempì di grida di meraviglia. Io, con i miei amici, AugustoBoste e Desiderio, ci mettemmo a correre come matti da un punto all'altro della via, felici. La luce ci avvolgeva, era come un sole improvviso, un pezzo di cielo caduto tra le nostre case. Era un evento troppo grande per tenerlo solo per me. Il mio unico pensiero era tornare a casa di corsa e raccontare tutto alla mia famiglia.

Entrai in casa, ansimando, con la voce strozzata dall'eccitazione. "Mamma! Mamma! È arrivata la luce! Quella vera, quella che non si spegne!" Mia madre, Maddalena, che rammendava una coperta, alzò lo sguardo, sorridendo. Vicino a lei, i miei fratelli, Raffaele e Antonio, si precipitarono alla porta. Accanto, in piedi, c'erano anche i più piccoli, la mia sorellina Annunziata, di due anni, e Michele, che ne aveva appena uno. I loro occhi, anche se non capivano le mie parole, erano spalancati, pieni di una curiosità bambina.

"Guardate!" esclamai, cercando di spiegare a modo mio. "È come se avessimo il sole anche di notte!" Annunziata allungò la mano verso la finestra, come per toccare quel bagliore lontano. Michele si aggrappò alla veste di mia madre, fissando in silenzio. Eravamo tutti lì, una piccola famiglia unita nella meraviglia, in un'assenza che si sentiva come il vuoto lasciato dalla luna. Papà Giuseppe era lontano, in transumanza con il suo gregge, e sarebbe tornato solo dopo la stagione invernale. Come avremmo fatto a spiegargli una cosa simile? La luce ci ha fatto dimenticare per un po' le cose che non c'erano più.


sabato 16 agosto 2025

Cognomi Tonaresi: CABRAS

Il cognome Cabras ha una lunga storia in Sardegna e la sua diffusione è particolarmente significativa in alcune aree dell'isola.

Origine del cognome Cabras: Il cognome Cabras deriva dal termine sardo "cabra", che significa "capra". Questo suggerisce che l'origine del cognome potrebbe essere legata all'allevamento di capre, un'attività comune in Sardegna. La presenza di questo cognome è documentata in Sardegna da secoli, e molte famiglie con questo cognome hanno radici profonde nell'isola.

Diffusione del cognome Cabras: Il cognome Cabras era ed  è particolarmente diffuso a Tonara,  nella provincia di Oristano, ma è presente anche in altre province sarde come Cagliari e Nuoro. La famiglia Cabras di Tonara, a cui apparteneva Vincenzo Cabras, è una delle più note e influenti. Vincenzo Cabras, nato a Tonara intorno al 1732, fu una figura di spicco nel contesto delle rivolte sarde tra il 1793 e il 1796

La famiglia Cabras costruì una potente rete familiare, nota come "la casa Cabras", che permise loro di esercitare una notevole influenza nella regione. Vincenzo Cabras, grazie alla sua abilità politica e ai numerosi incarichi pubblici che ricoprì, riuscì a mantenere il potere e l'influenza, nonostante le rivolte e le tensioni sociali che caratterizzarono il periodo.


Nel contesto storico della Sardegna, uno dei personaggi più noti con il cognome Cabras è Vincenzo Cabras. Nato a Tonara intorno al 1732, Vincenzo Cabras fu una figura di spicco durante il triennio rivoluzionario sardo (1793-1796). Laureato in legge a Cagliari, divenne un avvocato di grande prestigio e ricoprì numerosi incarichi pubblici, tra cui assessore della Regia Vicaria, della curia arcivescovile, sindaco capo di Stampace e membro dello Stamento reale . La sua ascesa fu favorita anche da una potente rete familiare, nota come "la casa Cabras".

Nel suo paese natale, Tonara, era chiamato il "quasi viceré", un soprannome che rifletteva il suo carisma e la sua ambizione. Durante le rivolte sarde, Cabras fu arrestato nel 1794 per presunta partecipazione a una sommossa contro i funzionari piemontesi, ma fu liberato grazie a una sollevazione popolare Dietro le quinte, Cabras era uno stratega abile e contribuì alla destituzione di figure reazionarie come Pitzolo e Paliaccio.Dopo la sconfitta di don Giovanni Maria Angioy, Cabras fu premiato con incarichi importanti e morì a Cagliari il 21 dicembre 1809


domenica 25 maggio 2025

GHENULU - di Benigno Casula - tratta dal libro "Arregodos de sa gherra de Russia e de sa vida"


 
GHENULU
dae Benigno Casula


 Send’in campagna collende,
 a s’ora fiat prenu de malinconia 
 unu puzoneddu a su brinch’e bola,
 s’avicinat pro sa cumpagnia. 

 Fiat cuntentu e faghiat de ispola
 cirulende pare chi narrere mi cheriat, 
 comente ses bènnidu a sa sola,
 su bicu si frigaiat e brincaiat

 A mie cuntentu faghiat mirada
 dae unu a s’ ramu in abbandonu,
 a male non pensaiat s’iscuru,

 pariat narrere sa campagna  est desolada
 galu benis tue òmine bonu
 ispero chi torres crasa puru.

domenica 8 settembre 2024

CASULA STEMMA E BLASONE- DOSSIER ARALDICO

FONTE Antica ed assai nobile famiglia sarda, di chiara ed avita virtù, propagatasi, nel corso dei secoli, in diverse regioni d'Italia. Secondo quanto ci viene tramandato, essa è però originaria della Spagna, ove era conosciuta come Càsula. Molti suoi esponenti inoltre hanno provato la propria nobiltà nei militari ordini di Santiago, Calatrava, Alcántara, Montesa, Carlos III e San Giovanni di Gerusalemme. In Sardegna giunse nel corso del XIV secolo ed infatti nell’Atto di pace del 1388 tra la Corona d’Aragona e il Regno d’Arborea è attestato proprio questo cognome. Nella prima metà del XVI secolo i maggiori insediamenti di questa famiglia si ebbero nel territorio di Sassari. Successivamente però il nucleo principale si spostò in Nurri. In quest'ultima città, in data 20 giugno 1671, Giovanni Antioco Casula ha ricevuto il cavalierato ereditario. Nel 1701 Antonio Casula ha ricevuto conferma del cavalierato e della nobiltà.
1. Stemma della famiglia: Casula Lingua del testo: Italiano D'oro, al cipresso al naturale, sormontato da sette stelle d'argento, quattro e tre, sinistrato da un cervo pure al naturale, con una stella in mezzo alle corna e addestrato da un braccio armato, rivoltato, impugnante una spada movente da una nube, il tutto al naturale.
2. Stemma della famiglia: Càsula Lingua del testo: Italiano Di rosso, ad un castagno d'oro fruttato d'azzurro.

Càṡula - Etimologia - VOCABOLARIO ON LINE tRECCANI

FONTE
casula càṡula s. f. [dal lat. tardo casŭla, dim. di casa «capanna»; propr. «capannina»]. – Antico nome della pianeta sacerdotale, nella forma ampia, a campana, con una sola apertura per la testa, dalla quale viene infilata, rimasta in uso fino al sec. 13° e ora ripresa, con lo stesso nome, nella nuova liturgia, per la celebrazione della messa

Cognomi sardi: uno stazzo o una capanna, è qui l'origine di Casula di Mauro Maxia

Casula è un antico cognome esclusivamente sardo che occupa la 29° posizione nella speciale classifica dei cognomi più diffusi. Oggi conta circa 1760 famiglie di cui 1350 risiedono in Sardegna. Nelle restanti regioni le maggiori densità si rilevano in Piemonte (83), Lombardia (76) e Lazio (60). Nell’Isola è diffuso specialmente nella parte meridionale. Nel territorio della vecchia provincia di Cagliari vi sono 720 Casula. Altri 195 risiedono nella provincia di Oristano; 200 in quella di Nuoro (compresa l’Ogliastra) e 330 in quella di Sassari (compresa la Gallura). Relativamente ai comuni, ha l’epicentro a Cagliari (120) col suo hinterland (Assemini 41, Quartu Sant’Elena 35, Dolianova 31, Capoterra e Monserrato 15). Presenta densi nuclei anche a Sassari (59), Oristano (40), Olbia (39), Carbonia (38), Iglesias (36), Villaputzu (32), Desulo (30), Cabras e San Gavino Monreale (26), Nùoro (23), Serdiana (22), Ortueri (21), Samassi (17), Berchidda e Santa Giusta (16) e Meana (15). Sul piano generale Casula è attestato in 170 comuni ossia in circa il 45 per cento dell’intero territorio sardo. Oltre a Casula, che rappresenta la forma principale, si deve tener conto della variante Casule (67 famiglie) che è caratteristica di Cuglieri (21) e di Pozzomaggiore (17). Un’altra variante è Catzula (15 famiglie) che è specifica di Meana. Una variante rarissima è Caiula che si trova solo a Sassari e riflette una pronuncia logudorese Cajula. Sul piano storico è documentato già nei secoli XI-XIII nel condaghe di San Pietro di Silki e in quello di San Nicola di Trullas. Nell’Atto di pace del 1388 tra la Corona d’Aragona e il Regno d’Arborea è attestato a Borore e Laconi. È documentato a Ozieri nel 1503 e nel 1587. Nella prima metà del 1500 è attestato a Sassari (Quirico Casulla) dove è registrato ancora nel 1580, nel 1689, nel 1791 e nel 1852-1856 (Giovanni Battista Casula, deputato). Tra il 1500 e il 1600 è documentato a Sanluri con parecchie occorrenze. Nel 1580 è registrato a Fonni e Sorgono. Nel 1654 è presente a Cagliari Stampace. Nel 1742 e 1785 è attestato a Perfugas e Tula. È registrato anche a Triei nella seconda metà del 1700 e a Meana nel 1759. Inoltre è citato negli atti dei Parlamenti del Regno di Sardegna. Nel 1809 è registrato a Villasor, nel 1837 a Ollolai, nel 1841 a Guamaggiore, nel 1842 a Monastir, nel 1850 a Fonni, nel 1862 a Berchidda e a Cagliari (don Efisio Casula, canonico di Oristano). Nelle liste di leva del 1880 è documentato ad Abbasanta, Assemini, Cuglieri, Dolianova, Donigala Fenughedu, Meana, Montresta, Musei, Ollolai, Olzai, Ortueri, Oschiri, Pula, S. Gavino Monreale, S. Nicolò Gerrei, Sorgono, Tinnura, Tonara, Zerfaliu. Alla base ha probabilmente un soprannome o nome di mestiere, formato dall’ormai raro termine sardo casula ‘casa’ e ‘stazzo’, legato forse all’attività del capostipite. Secondo Massimo Pittau Casula deriva dal latino casubula ‘casupola, capannuccia’ (DCS, 1, 195). Questa ipotesi appare convalidata dalla scrittura Casubla documentata nel Condaghe di San Nicola di Trullas (256: Maria e Micali Casubla). Anche la variante Catzula è citata nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado (69: Iorgi Cazula) e la si ritrova a Meana dal 1597.alusac eleirbag

mercoledì 28 agosto 2024

ROKKAREA A TONARA TRE GIORNI DI MUSICA PER SCEGLIERE IL MEGLIO DEL ROCK ISOLANO. La nuova sardegna 4 settembre 1985

il nome RokkArea si presta Forse a qualche equivoco per l’assonanza con le scritte che escludono i civili dalle zone militari off limits. Tuttavia Se andrete a Tonara dal venerdì a domenica non solo non sarete cacciati con le armi in pugno ma oltre a godere della tradizionale ospitalità potete assistere a Tonara al Rock 1985. Come dire il primo raduno regionale di gruppi musicali più o meno di Chiara fama. Così promettono gli organizzatori. Tre giorni di musica rock. Non c’è accenno al Pace e amore in voga negli anni 60 altrimenti sarebbe stato sin troppo agevole ribattezzare il raduno di Tonara alla Woodstock sarda. Scampato per rotto della cuffia è così audaci paralleli il rock Area organizzato dal Comune Di Tonara e dal discografico Sassarese Giovanni Leonardi si presenta più modestamente ma certo più realisticamente come una dettagliata rassegna del meglio che il rock isolano può mettere in campo. Questo è l’elenco di gruppi che sino ad ora hanno assicurato la loro partecipazione: Venerdì sei: i Cento, I metro, I bolingo Breakers, Frank Raia,gli Ice, gli y greco,Sabato seven, Gli Araba, Joe perrino e i mellotowns, I Jam, I Death Sentenche, I dune, Weltanchaang 8 I vapore 36, tomato ketchup, I crepes Susette, psisiche di role. Conclusione gli skisntos.

Il castagno secolare di Tonara.

di alusac eleirbag Il castagno secolare di Tonara.  l'albero imponente è un castagno secolare   situato nella località " Curadore ...