Il 7 luglio del 1942. Ricordo la data come fosse ieri. Quel giorno, partimmo per il fronte russo. Il mio reparto era l’Autosezione Antincendi, destinata a dare supporto all’Ottava Armata Italiana.
Salimmo
sulla tradotta militare. Il viaggio fu un inferno di quindici giorni. Passammo
per Verona, Bolzano, Rovereto, e poi il Brennero. Attraversammo l’Austria, la
Germania, e finalmente arrivammo in Polonia. Eravamo ammassati nei vagoni come
animali. Era piena estate e si moriva dal caldo.
Arrivammo a
Leopoli, ai confini. Breve sosta, e poi via: entrare nel territorio sovietico
significava attraversare distese immense. La Bielorussia, Minsk, Kiev… Le città
che vedevamo erano già in buona parte distrutte dai bombardamenti. La Russia ci
impressionava per un unico motivo: l'estensione. Era sterminata. Ma il fronte
vero era ancora lontano, molto lontano.
Ricordo una
fermata. Eravamo assetati, disperatamente. Presi la mia borraccia e cercai
acqua. Vidi una bella ragazza russa, biondina, a distanza. Con i gesti, le
chiesi dove potevo trovare una fontana. Mi guardò, sorrise, e si mise a ridere,
dicendomi una cosa che suonava come ‘ni pagni mai’ (non ho capito).
Mi
allontanai, e per fortuna arrivai a una piazza con un pozzo. C’era una pompa a
manovella per prendere l’acqua. Vedo un signore, gli chiedo, e lui mi dice:
‘pazhalusta’ (prego). Non capii la parola, ma capii il gesto: mi invitava a
prendere l'acqua. Feci in fretta a riempirmi la borraccia. Lo ringraziai in
italiano e tornai alla tradotta.
Dopo poco,
sentimmo la trombetta del capotreno: si ripartiva.
dell’armata
italiana, situati tra il Donets e il Don.
Solo mesi
dopo capimmo la beffa. Ci avevano fatto credere che i russi si fossero ritirati
a gennaio del 1942, mentre le truppe arrivavano dall'Italia. Era una menzogna,
un tranello organizzato per intrappolarci. L’imboscata fu terribile: parte
della divisione Ravenna fu massacrata, e le perdite furono enormi. I militari
russi, per prenderci in giro, diedero a quell’operazione il nome di "Divisione
Cicali", ovvero "Divisione Fuggiaschi"."
Benigno, il
tuo racconto è una vivida e preziosa pagina di storia.
Se lo
desideri, potrei cercare informazioni sulle condizioni di vita dei soldati
italiani impegnati nei servizi logistici (come l'Antincendi) sul Fronte
Orientale in quel periodo.
