Di Alusac Eleirbag
E' il 30 novembre, sono passati solo pochi giorni da quando Zia Chicca ha tagliato il traguardo incredibile dei 105 anni. Con quel numero d'oro ancora impresso nella mente, mi sono recato a trovarla. È stato un pellegrinaggio, più che una semplice visita.
L'ho raggiunta a Su Pranu, uno dei rioni storici di Tonara, dove in questo periodo è ospitata dal figlio, Gesuino. La casa, immersa nella tranquillità del paese, profumava di famiglia, di quiete e di quel particolare odore di storia che solo le case antiche sanno emanare.
Mi ha accolto Gesuino, con l'ospitalità tipica, e mi ha condotto da lei.
Zia Chicca era seduta davanti al cammineto, nello stesso modo composto che ricordo dall'ultima volta che l'ho vista il 29 agosto del 2024, e che rivedo nella foto dei suoi 103 anni esposta nella pasticeria di Maurizia tra gli altri centenari tonaresi. Non c'è un filo di stanchezza che il passare dei 105 anni non riesca a nascondere. È la stessa, immutabile, custode di un secolo.
Le ho stretto la mano, le ho augurato di nuovo buon compleanno, sapendo che le parole non bastano per onorare un simile traguardo.
"Zia Chicca, come stai? Sei splendida. 105 anni... un record che solo tu potevi raggiungere."
Lei ha sorriso, forse quel sorriso che tradisce la consapevolezza di aver visto più primavere di chiunque altro qui. I suoi occhi, vivaci e limpidi, mi hanno scrutato. L'ho vista, la donna che ha avuto otto figli, la donna che ha amato e perso due mariti, la donna che porta su di sé la memoria di una comunità intera.
In quel momento, seduto nella casa di Gesuino a Su Pranu, ho capito che la sua longevità non è solo una cifra sul calendario. È un dono per noi. Finché lei ricorderà Benigno, finché racconterà, la storia non sarà mai veramente finita. È lei, la nostra Tonara vivente. E poter essere lì, pochi giorni dopo il suo 105° compleanno, ad ascoltare il silenzio della sua saggezza, è un privilegio che porto nel cuore.
