Ricordo bene quel periodo, gli anni del servizio premilitare. Ogni sabato dovevamo presentarci per le esercitazioni. Erano gli anni del fascismo, e non era concesso mancare; le pene per chi si assentava erano severe, gravissime. I nostri istruttori erano tutti fascisti: il capo manipolo, un maresciallo, e il caposquadra, una milite scelto.
A
Tonara, in quegli anni, c'erano anche parecchi esiliati. Uomini considerati
"sovversivi", pericolosi nei loro paesi, che non potevano lasciare il
paese e di notte avevano il divieto di uscire di casa. Erano menti critiche, e
per questo venivano allontanati e confinati.
Mi
viene in mente il 1934, quando Tonara fu invasa dai soldati della
fanteria e dell'artiglieria. Facevano esercitazioni nei campi di zia Clara,
appena sopra il paese. Nello stesso periodo, ricordo che arrivò anche il principe
Umberto di Savoia. In località Su Pranu, i soldati organizzarono una
sfilata imponente e una festa folcloristica per accoglierlo. Avevo solo 13 anni, ma ricordo
ogni dettaglio di quel giorno del 1934, quando il Principe Umberto venne a
Tonara. Mi sembra ancora di vederlo lì, sul balcone della casa di Antonio
Carta, proprio al centro del paese. La facciata dell'edificio a due piani era
imponente e, a sinistra del balcone, spiccava in modo chiaro la parola
"VINCERE". Il balcone era affollato di gente, ma la figura del
Principe si distingueva su tutte, circondato da tutti coloro che lo
accompagnavano.
Quando
arrivò il momento della leva vera e propria, andavamo ad Aritzo. La mia classe,
quella del 1921, era numerosa, eravamo una quarantina di uomini.
Pochi furono riformati, quasi tutti fummo dichiarati idonei. Poi, nel 1940,
l'anno della guerra con la Francia, fummo tutti fatti soldati. Il destino era
segnato, la partenza sarebbe avvenuta a breve.
Prima
di muovere i primi passi verso la guerra, ogni tanto ci riunivamo con gli
organetti per cantare i "mutos" d'addio. Erano canti malinconici,
pieni di speranza e paura. Ricordo ancora le parole, che risuonano nella mia
mente come allora:
La partenza è vicina, alla guerra dobbiamo andare, prega
tu, cara Nina, se vuoi vedere sani eroi tornare a casa.

