Quando l'autunno si avvicinava, il freddo pungente di Tonara ci costringeva a prendere una decisione importante: dove avremm
o svernato il bestiame? L'unica soluzione era scendere verso il Campidano, il Logudoro o magari ad Alghero, dove le temperature erano più miti. Ricordo bene l'autunno del 1938. Mio padre, Giuseppe Casula, scelse di andare a Villanova Monteleone, un luogo dove aveva qualche conoscenza.
Mia
madre, Maddalena Todde, cominciò subito a preparare tutto il
necessario. Fece i bagagli, mise da parte i vestiti per il lungo cammino e
preparò le provviste per il viaggio. Io e mio padre caricammo le due bisacce
sull'asinello, il nostro fedele mezzo di trasporto, e partimmo.
Il
nostro cammino iniziò da S'isca de sa Mela, passando per Ieni, Mullone, Canale
Figus, fino ad arrivare al sentiero di Neoneli. Proseguimmo
per Sorradile, attraversammo il fiume Tirso e ci
fermammo per un po' a far pascolare le pecore e a riposare un po' anche noi.
Riprendemmo la strada passando per Tadasuni e arrivando
all'incrocio per Macomer. Da lì, passammo per Pozzomaggiore, Padria e Mara,
fino a quando non svoltavamo a sinistra all'incrocio per Romana, diretti
a Villanova Monteleone.
Dopo
tre lunghi giorni di cammino, finalmente arrivammo. A Villanova, mio padre
iniziò a trattare per "s'acolocu", l'accordo per lo
svernamento, con i pastori Tiu Micheli Correddu e Salvatore
Meloni. Tiu Micheli prese la maggior parte delle nostre pecore, mentre una
ventina le lasciò a me. In cambio del pascolo libero e del nostro mantenimento,
dovevamo accudire le loro pecore e le nostre, e offrire il nostro aiuto per
qualsiasi necessità nell'ovile. Con noi c'erano anche il padrone e qualche
altro servo.
L'inverno
passò in fretta. Tra me e me, non vedevo l'ora che arrivasse maggio per tornare
a casa. Mio padre aveva già stabilito la data del nostro rientro per il 10
maggio, un giorno che avevamo concordato con i nostri padroni. Li
ringraziammo per la loro ospitalità e per l'ottima accoglienza che ci avevano
riservato. Ci salutammo e ci mettemmo in viaggio. Mio padre venne a prendermi,
caricammo nuovamente l'asinello con i nostri averi e ci incamminammo verso
Tonara. Il viaggio di ritorno fu molto più felice dell'andata, perché stavamo
finalmente tornando a casa nostra.
