sabato 8 novembre 2025

15La Transumanza del '38 Arregodos de sa guerra e de Russia e de sa Vida - Benigno Casula


Quando l'autunno si avvicinava, il freddo pungente di Tonara ci costringeva a prendere una decisione importante: dove avremm


o svernato il bestiame? L'unica soluzione era scendere verso il Campidano, il Logudoro o magari ad Alghero, dove le temperature erano più miti. Ricordo bene l'autunno del 1938. Mio padre, Giuseppe Casula, scelse di andare a Villanova Monteleone, un luogo dove aveva qualche conoscenza.

Mia madre, Maddalena Todde, cominciò subito a preparare tutto il necessario. Fece i bagagli, mise da parte i vestiti per il lungo cammino e preparò le provviste per il viaggio. Io e mio padre caricammo le due bisacce sull'asinello, il nostro fedele mezzo di trasporto, e partimmo.

Il nostro cammino iniziò da S'isca de sa Mela, passando per IeniMulloneCanale Figus, fino ad arrivare al sentiero di Neoneli. Proseguimmo per Sorradile, attraversammo il fiume Tirso e ci fermammo per un po' a far pascolare le pecore e a riposare un po' anche noi. Riprendemmo la strada passando per Tadasuni e arrivando all'incrocio per Macomer. Da lì, passammo per PozzomaggiorePadria e Mara, fino a quando non svoltavamo a sinistra all'incrocio per Romana, diretti a Villanova Monteleone.

Dopo tre lunghi giorni di cammino, finalmente arrivammo. A Villanova, mio padre iniziò a trattare per "s'acolocu", l'accordo per lo svernamento, con i pastori Tiu Micheli Correddu e Salvatore Meloni. Tiu Micheli prese la maggior parte delle nostre pecore, mentre una ventina le lasciò a me. In cambio del pascolo libero e del nostro mantenimento, dovevamo accudire le loro pecore e le nostre, e offrire il nostro aiuto per qualsiasi necessità nell'ovile. Con noi c'erano anche il padrone e qualche altro servo.

L'inverno passò in fretta. Tra me e me, non vedevo l'ora che arrivasse maggio per tornare a casa. Mio padre aveva già stabilito la data del nostro rientro per il 10 maggio, un giorno che avevamo concordato con i nostri padroni. Li ringraziammo per la loro ospitalità e per l'ottima accoglienza che ci avevano riservato. Ci salutammo e ci mettemmo in viaggio. Mio padre venne a prendermi, caricammo nuovamente l'asinello con i nostri averi e ci incamminammo verso Tonara. Il viaggio di ritorno fu molto più felice dell'andata, perché stavamo finalmente tornando a casa nostra.


7-Sonetto (Villanova Monteleone - 1938 Arregodos de sa guerra e de Russia e de sa Vida - Benigno Casula

"Raffaele, da Villanova Monteleone a Stintino, ti scrivo.  Non è una lettera qualsiasi, ma un sonetto, come usiamo fare noi due. Vogl...