il tannino detto in
tonarese “s’orrusca” si produceva dalla corteccia della pianta di leccio. Le
piante con il palo alto e giovane avevano una corteccia morbida che si lasciava
lavorare bene. Una volta tolta dalla pianta, veniva messa nei sacchi e fatta a
pezzetti. Il tannino serviva per conciare le pelli di cavallo e di vacca,
anziché usare il talco. La corteccia si raccoglieva quando la pianta era adulta
perché si staccava con più facilità.
Era un lavoro duro e faticoso, soprattutto per noi giovani che
salivamo sulle piante. La corteccia iniziava a staccarsi dall’alto con attrezzi
adatti. Giunto più in basso, l'operaio buttava la corteccia nel sacco e
continuava il lavoro su un’altra pianta. Noi operai, per lo più giovani,
eravamo assunti dall’impresa. La corteccia veniva pagata a peso.
Di sera, quando noi giovani operai tornavamo stanchi, ma cantando,
noi altri ragazzi che incontravamo per strada chiedevamo loro: "Da dove
state venendo?". E loro ci rispondevano, ridendo: "Stiamo venendo dal
raccogliere la corteccia, lo vedete, siamo ben raschiati dalle piante!".
