Sau, debutto con gol. E il Cagliari pareggia a Palermo
I rossoblù vanno sotto in Sicilia, ma nel finale raddrizzano la partita
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di Roberto Muretto
PALERMO. Il gesto felino di un ragazzo che proprio ieri ha calcato per la prima volta il palcoscenico della serie A. Marco Sau, entrato nella ripresa al posto di Thiago Ribeiro, ha salvato la panchina di Massimo Ficcadenti. Un colpo di testa in mezzo a due avversari dopo un “miracolo” di Ujkani che ha respinto una conclusione a colpo sicuro di Perico. E’ finito così un incubo, cominciato quando Arevalo Rios ha sbloccato il risultato su una leggerezza della difesa sarda. Un punto d’oro, che non deve far perdere di vista la realtà.Troppe le cose che ieri non hanno funzionato e troppi i giocatori che non si sono nemmeno avvicinati alla sufficienza. Da Pisano fuori ruolo; all’infortunio di Cossu; alle condizioni precarie di Pinilla ed Ekdal; alla mancanza di lucidità in fase di costruzione. Ma il gol di Sau può dare nuovo entusiasmo a una squadra che ne ha davvero bisogno per voltare pagina.
Le scelte. Alla fine Astori si accomoda in panchina. E’ Ariaudo a fare coppia con Rossettini al centro della difesa. Nel quartetto Pisano viene confermato a sinistra. A centrocampo Ekdal è preferito a Dessena, che paga la brutta prestazione con l’Atalanta. Nel tridente c’è Thiago Ribeiro con Cossu e Pinilla. Quest’ultimo accolto dai suoi ex tifosi con una sonora bordata di fischi. Ibarbo resta fuori. Sannino schiera il Palermo col 4-4-2. E’ Hernandez non Dybala a giocare al fianco di Miccoli (sempre a bersaglio contro i rossoblù al “Barbera”) in avanti. Così come Rios vince il ballottaggio con Kurtic.
Paura. Più Cagliari che Palermo nella prima mezzora. I rossoblù sembrano più sciolti, giocano alti e non concendo il palleggio ai rosanero. La squadra di Ficcadenti detta i ritmi ed è padrona del centrocampo. I siciliani sono contratti, si vede che giocano col freno a mano tirato. Il pubblico (poco numeroso) sottolinea senza pietà ogni errore (sono tanti) della squadra di casa. La supremazia territoriale del Cagliari non produce grandi occasioni, anche se per due volte Thiago Ribeiro impegna Ujkani. Miccoli fa venire i brividi ad Agazzi con una punzione che assume un effetto strano. Cossu dopo 34’ è costretto a dare forfait. Al suo posto entra Ibarbo. Tatticamente non cambia nulla.
Stranezze del calcio. Come spesso succede, in gol ci va la squadra che fino a quel momento ha solo quasi subito. E lo fa con un giocatore, Arevalo Rios, pallino di Cellino nelle ultime due sessioni di mercato. Il centrocampista uruguaiano sfrutta un assist di Miccoli, lasciato solo in area (Pisano dov’era?), scaraventando il pallone alle spalle di Agazzi con un tiro a mezza altezza. E’ un pugno allo stomaco. Il Cagliari accusa il colpo e si trasforma nel Palermo, commettendo gli stessi errori fatti fino ad allora dagli avversari.
Reazione. Si aspetta quella del Cagliari che tarda ad arrivare. Dopo 17’ Ficcadenti decide di far esordire in serie A Marco Sau. Fuori Thiago Ribeiro. I rossoblù provano a ragionare ma spesso sbagliano anche le cose più semplici, agevolando il compito del Palermo che soffre non appena la formazione sarda trova un’accelerazione. Il tecnico del Cagliari nel finale si gioca anche la carta Nenè per Ekdal. E’ la mossa della disperazione. Arriva il gol si Sau a rimettere le cose a posto. E Ficcadenti tira un sospiro di sollievo.
Lacune. I problemi sono evidenti: Pisano a sinistra fa una gran fatica nonostante tanta buona volontà. Non è quello il suo ruolo. Non è un’eresia dire che forse Agostini è stato liquidato con troppo superficialità e non adeguatamente sostituito. Perico a destra non punge e in fase difensiva non dà mai sicurezza perchè non ci mette la cattiveria necessaria. Il palleggio spesso è stucchevole, fine a se stesso. Quasi mai si va in profondità. La sommatoria di tutto questo, comunque, fa due punti in tre gare.<script type="text/javascript">
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