sabato 8 novembre 2025

10 - Sotto il Fascismo - Arregodos de sa guerra e de Russia e de sa Vida - Benigno Casula



Quando ero un ragazzino, a scuola il maestro ci raccontava la storia del fascismo, come si era formato e il potere che aveva. Eravamo costretti a imparare canzoni del regime, come "Fischia il sasso" e l'inno del piccolo balilla, e a esaltare Mussolini con la canzone "Duce, Duce che non saprà mai morire".

I figli degli esponenti del partito fascista vestivano con la divisa del piccolo balilla. Erano ben sistemati, con pantaloncini bianchi fino al ginocchio, una camicetta con una cravattina nera e il berretto tipo fez. Le guardie vestivano con pantaloni grigio-verde e camicia nera, mentre i più grandi, i giovani fanatici e attaccabrighe, erano le camice nere.

 

 

Il Controllo e la Repressione

A quei tempi, il capo dell'amministrazione era il podestà, che agiva per conto proprio senza il consenso del consiglio comunale. A Tonara, le persone contrarie al regime erano sotto il controllo della milizia fascista. Non potevamo incontrarci per motivi politici e gli assembramenti erano proibiti nelle piazze senza permesso.

Anche i poeti nelle gare non potevano cantare temi che trattassero del regime. Ricordo cantanti come Raimondo Piras e altri improvvisatori che non si sono arresi alle condizioni repressive e hanno smesso di cantare nelle gare finché il fascismo non è finito.

Le Tasse e i Privilegi

Il regime aveva messo la tassa dei celibi per noi giovani, che dovevamo pagare una volta compiuti i 25 anni e finché non ci fossimo sposati. La tassa era di quasi 100 lire l'anno, che all'epoca era come un mese di lavoro.

I fascisti più sfegatati potevano arruolarsi nell'amministrazione, ottenendo privilegi e aiuti dai soldati dell’esercito ed erano i più pagati. La divisa dei soldati era grigio-verde con pantaloni a zuava e camicia nera. Il comandante federale della milizia corrispondeva al grado di generale dell’esercito.


7-Sonetto (Villanova Monteleone - 1938 Arregodos de sa guerra e de Russia e de sa Vida - Benigno Casula

"Raffaele, da Villanova Monteleone a Stintino, ti scrivo.  Non è una lettera qualsiasi, ma un sonetto, come usiamo fare noi due. Vogl...